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Giu 20 2016 Se desideri conoscere il divino, senti il vento sul viso e il sole caldo sulla tua mano.
Ciao a tutti,
nonostante non scriva da più di un mese in questo blog (purtroppo gli impegni continuano ad aumentare invece che a diminuire) questo non significa che la mi avventura con le api si sia fermata, ANZI‼
Ci eravamo lasciati con la cattura di uno sciame partito dall’arnia arancio ed introdotto nell’arnia verde, bé la stagione è entrata nel vivo tanto è che l’acacia (o robinia), una delle fioriture più importanti per gli apicoltori Italiani, ha fiorito ed ha permesso alle famiglie più forti di andare a melario e depositare un pochino di miele per l’apicoltore, ma procediamo per gradi poiché ci sono stati diversi cambiamenti:
Siccome il numero di famiglie nel mio apiario è aumentato ed ho deciso di utilizzare sempre gli stessi tre colori per le arnie, sono stato costretto ad identificarle con un codice, così le arnie presenti sono diventate:
- 13A01 –> Arnia blu
- 13A02 –> Arnia arancio (da cui è partito lo sciame)
- 13A03 –> Arnia verde (dove è ospitato lo sciame)
- 16A01 –> Arnia arancio (dove ho spostato il nucleo)
- 16A02 –> Arnia blu (creata dalla divisione della 13A01)
- 16A03 –> Arnia verde (creata dalla seconda divisione della 13A01)
- 16A04 –> Arnia arancio (creata dalla prima divisione della 13A02)
Vediamo lo stato di ogni arnia, da dove eravamo rimasti fino alla visita avvenuta in data 18/06 per verifica dello stato generale.
13A01 – Arnia blu
Questa famiglia, se vi ricordate, era molto ben popolata ad inizio aprile, aveva costruito celle reali che opportunamente ho rotto (in gergo scellare) diverse volte per evitarne la sciamatura. A metà Aprile, precisamente il 15/04, ho deciso di dividerla in due comprando una regina feconda da inserire nelle metà della famiglia che sarebbe rimasta orfana, così da creare una nuova famiglia.
In questo modo è nata la famiglia che è stata riposta nell’arnia 16A02 azzurra di cui parleremo in seguito.
Da quel momento ho alimentato la famiglia con 1 litro di sciroppo (1:1 di acqua e zucchero) ogni 3 giorni per stimolare la deposizione della regina e riuscire, nell’arco di 40 giorni, ad avere nuovamente la famiglia su 10 telai per procedere ad un’ulteriore divisione.
Senza alcun intoppo, la regina ha seguito quanto mi aspettavo che facesse e così, con una settimana di anticipo, ho deciso di dividerla nuovamente il 13/05, creando così la famiglia 16A03.
Anche questa volta le nuove famiglie orfane hanno ricevuto una regina nuova, feconda, mentre le vecchie famiglie hanno mantenuto la vecchia regina.
A questo punto, essendo arrivati oramai a Maggio inoltrato, ho deciso di non alimentare le famiglie, così da lasciare alle regine il ritmo di deposizione, ma sopratutto ne ho approfittato per eseguire un intero ciclo di acido ossalico gocciolato (un rimedio non molto fastidioso per le api) per ridurre il carico di Varroa Destructor (un acaro che affligge le nostre api in maniera endemica) molto alto.
Tale ciclo di ossalico ( 4 somministrazioni, a una distanza di 7 giorni) si è concluso con la visita odierna del 18/06 e posso confermare che la varroa non sembra essere presente nella arnie trattate.
Lo stato attuale della famiglia è molto promettente poiché presidia 8 telai, di cui 4 sono di covata, 2 sono fogli cerei in costruzione e gli altri 2 di scorte che hanno raccolto durante i vari periodi di fioritura.
13A02 – Arnia arancio
Questa famiglia aveva deciso di sciamare alla fine di Marzo, sciame che, fortunatamente, sono riuscito a recuperare formando così un’altra famiglia. Ci eravamo lasciati che tale arnia aveva due celle reali opercolate, ovviamente ho evitato di visitare tale arnia per un mesetto per non rischiare che la famiglia sopprimesse la nuova regina pur di proteggerla.
Ho comunque continuato a vegliare sul volo che veniva effettuato dalla parte frontale dell’arnia e anche dal vassoio antivarroa, tramite il quale ho realizzato che la famiglia potesse contenere sia camule (i vermi della cera) che molta varroa.
Aspettandomi il peggio ho aperto la famiglia scaduti i termini ed invece sono stato piacevolmente sorpreso nell’osservare che la regina era presente, tanto è che l’ho marcata bianca (2016), e che l’intera famiglia godeva di buona salute presidiando 10 telaini di cui 8 di covata.
Avendo paura che sciamasse nuovamente, ho messo il melario, nel quale non sono salite per depositare neppure una goccia di miele e il 13/05 ho proceduto alla prima divisione di questa famiglia andando a formare la famiglia 13A04.
Ovviamente quando si divide una famiglia è opportuno, per non perdere tutte le bottinatrici nel nuovo nucleo, spostare la famiglia appena creata a più di 3 km dal proprio apiario, così ogni volta le porto in collina a godersi un po di panorama.
Le sorprese che questa arnia mi ha portato durante la stagione corrente non sono terminate qua, infatti durante l’ultima visita di maggio mi sono reso conto che l’arnia presentava una spiccata presenza di api affette dalla sindrome delle ali a K.
Attualmente la famiglia si trova su 6 telaini, di cui 3 di scorte e 3 di covata. Ad essere sinceri questa situazione si sta perpetuando da 2 settimane, se alla prossima visita non dovesse migliorare la situazione è consigliabile considerare anche una sostituzione di regina.
13A03 – Arnia verde
L’obbiettivo, come ho ripetuto più volte, per la stagione 2016 è quello di arrivare ad avere un patrimonio apistico di circa 10 arnie alla fine della stagione, così da affrontare il prossimo anno con una marcia in più.
Questa arnia rappresenta il piacevole inconveniente che non era stato preso in considerazione durante la pianificazione dei lavori.Come abbiamo detto è nata dal recupero dello sciame generato dalla 13A02, quindi contenente la vecchia regina presente in quella famiglia.
Nel giro di pochissimo tempo la famiglia ha costruito i fogli cerei che le avevo (cosa tipica degli sciami) e piano piano si è sviluppata senza l’ausilio di alimentazione di supporto. Tanto è che il 30/04, qualche giorno dopo la fioritura dell’acacia, sono riuscito a mettere loro il melario per la raccolta.
Purtroppo quest’anno il clima non è stato dei migliori e i continui scrosci d’acqua non hanno permesso una buona raccolta di tale miele, tant’è che, terminata la fioritura, il melario era pieno a metà e non per nulla opercolato dalle api (segno che la preziosa sostanza zuccherina ha raggiunto la giusta percentuale di umidità).
Scegliendo di fare un buon millefiori invece che poca acacia, ho lasciato il melario alla famiglia, pensando che continuasse ad importare il miele giorno dopo giorno, ma invece a circa due settimane di distanza ho aperto il melario ed ho scoperto che non era affatto presidiato.
Allarmato da questo comportamento ho proceduto ad una visita il 22/05 e, trovando celle reali le ho levate, non facendo caso che non era presente covata fresca (errore da principiante quale sono).
Così la visita successiva, il 28/05, non trovando covata fresca ho inserito un telaio di covata freschissima (di 1 o due giorni) nella speranza che si facessero una nuova regina.
Effettuando qualche settimana dopo una visita per verificare che la famiglia avesse abbozzato una cella reale, mi sono dovuto ricredere quando ho trovato covata (femminile) opercolata e nessuna cella, probabilmente la famiglia ha proceduto con una sostituzione di regina e io ho mancato di levare una cella reale, fortunatamente.
Così in data 11/06 ho piacevolmente costatato che il melario era di nuovo presidiato e la quantità di miele importata stava aumentato sensibilmente e, nella visita odierna non ho fatto altro che aggiungere un secondo melario poiché il primo oramai straripa di miele.
16A01 – Arnia arancio
Vi ricordate il piccolo e gracile nucleo creato da un mix di qualche telaino preso dalla 13A01 e 13A02 ad inizio stagione? Beh, si è irrobustito ed ora non ha nulla da invidiare alle altre famiglie, tanto è che attualmente si trova su 9 telai (quello più a sinistra non è presidiato) di cui 6 sono di covata e ora devo decidere se la prossima settimana lo voglio dividere o gli metto il melario per mandarlo in produzione questi due ultimi mesi.
Non è una decisione facile da prendere, m probabilmente opterò per la divisione per avere più probabilità di superare l’inverno con un bel numero di famiglie.E’ sbalorditivo vedere come le api e la natura stessa possano fare grandi cose anche dal niente. Questa famiglia è quella che sento più mia in quanto l’ho creata, la regina non l’ho comprata e ora è pronta, al suo massimo splendore. Proprio un bel successo.
16A02 – Arnia blu
Questa arnia è stata la mia prima volta in molte cose, era la prima volta che dividevo una famiglia in due, è stata la prima volta che ho dovuto inserire una regina presa da un altro apicoltore, la prima volta ad avere la famiglia che non accetta la regina e per questo la uccide.
Insomma, ho molte emozioni legate anche a questa arnia e mi dispiacerebbe molto vederla non superare l’inverno.Tornando a noi, lasciando le sviolinate a qualcun altro, dopo aver creato questa famiglia ed averla prima portata nel secondo apiario per poi averla riportata nell’apiario principale, ha sempre continuato a svilupparsi.
Ora come ora conta la bellezza di 6 telai di cui 3 di covata, 2 di scorte e un foglio cereo in costruzione.
16A03 – Arnia verde
Famiglia prodotta dall’ultima divisione si sta sviluppando bene, ha accettato senza problemi la regina che le ho inserito e ha un carattere particolarmente mansueto, più delle altre che non è che siano chissà quanto aggressive.
La famiglia ora conta 7 telai presidiati di cui 4 covata, 2 scorte e 1 foglio cereo in costruzione.
Anche la struttura dell’arnia stessa, nella quale è contenuta la famiglia, ha retto bene essendo venuta un pochino sbilenca quando l’ho costruita. E’ ancora presto per sapere se ho fatto un bel lavoro con quelle arnie, solo dopo almeno un inverno saprò se le api vivono bene all’interno di tale abitazione.
16A04 – Arnia arancio
Famiglia, anch’essa, prodotta dall’ultima divisione e si sta sviluppando bene. Anche questa ha accettato la regina introdotta senza fare troppe storie. Non resta che vedere se continuerà sulla buona strada oppure no.
Come vi avevo anticipato all’inizio di questo post, la stagione sta avanzando anche se a causa del maltempo non pochi apicoltori hanno avuto problemi di produzione, molto inferiore rispetto agli anni passati.
Io, avendo concentrato tutta la mia stagione apistica sul crearmi delle belle fondamenta: con delle famiglie forti ed aumentando il numero di famiglie, non ho subito questo particolare smacco.
Chissà, magari il prossimo anno sarà migliore, o forse peggiore. Nessuno può, fortunatamente saperlo, quello che invece posso affermare per certo e di cui ne sono stra sicuro è che finché ci saranno fiori da cui prelevare le sostanze per cibarsi le api continueranno a volare. Spetta a noi essere umani, specie dominante sulla terra, a fare in modo che il loro cibo non termini per dei nostri capricci.
Non mi rimane che salutarvi, augurandomi di riuscire a trovare il tempo molto presto per scrivere nuovamente in questo blog.
Ciao a tutti, bzzz‼
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Mar 18 2016 I fiori della primavera sono i sogni dell’inverno raccontati, la mattina, al tavolo degli angeli
Ciao a tutti,
oramai sta diventando un’abitudine indesiderata quella di postare sporadicamente ma, purtroppo, mi si sono accumulate diverse cose (non solo apistiche) che non mi consentono di dedicare il tempo che vorrei a questo blog.
Questa settimana sono riuscito finalmente a visitare le due famiglie con la mia prima vera visita di fine inverno e ho costatato che sono entrambe in ottima forma e che attendono con ansia le fioriture che non solo forniscano polline in abbondanza, come quelle di questo periodo, ma che forniscano nettare da poter trasformare e immagazzinare.
La visita non è stata programmata, quindi non avevo con me la macchina fotografica per immortalare qualche momento e poter condividere con voi la bellezza di tale momento.
Quello che è emerso dalla visita è che entrambe le famiglie hanno ancora scorte sufficienti (due telaini a testa) per poter affrontare il clima inclemente tipico di questo periodo (almeno nella mia zona) e abbastanza in forza (avendo circa 7 telaini di covata) per affrontare l’oramai prossima stagione.
Capisco benissimo che questo post è un pochino scarno, ma vi prometto che la visita di sabato prossimo (tempo permettendo) sara documentata e ricca di dettagli.
Dandovi appuntamento al prossimo e sicuramente più accattivante post, vi auguro una serena settimana. Bzzz!!
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Gen 22 2016 In natura non ci sono né ricompense né punizioni: ci sono conseguenze.
Ciao a tutti,
contavo di scrivere questo post prima, ma come sempre non riesco a rispettare i buoni propositi che mi prefiggo che riguardano questo blog.
Siccome è un pò che non vi parlo delle mie api ecco la situazione che mi si è parata davanti lo scorso fine settimana, quando, grazie ad una giornata fuori stagione, le temperature erano abbastanza alte da permettere almeno il volo di purificazione delle nostre amiche.
Volendomi portare avanti con i lavori di falegnameria per non arrivare impreparato durante la stagione, vi ricordo che lo scopo di questo anno è arrivare a 10 arnie complessive partendo dalle mie famiglie e (se possibile) non acquistandone altre, mi sono recato in apiario al mattino presto, quando ancora il sole non aveva riscaldato l’ambiente.
Per prima cosa ho controllato il cassettino dell’arnia arancio e ho notato che, oltre a qualche goccia di condensa dovuta alla presenza endemica di umidità dalle mie parti, il glomere (ovvero la sfera che le api formano per scaldarsi) si è instaurato al centro occupando 3 telaini principalmente.
Ho così controllato il candito che gli avevo fornito come alimentazione di supporto, infatti preferisco fornire loro il nutrimento all’inizio dell’inverno e lasciare poi che utilizzino le loro scorte durante le ultime battute dell’inverno.
Notando che il sacchetto che gli avevo fornito alla fine di dicembre era oramai terminato (o più precisamente nel giro di qualche giorno lo avrebbero ripulito a dovere.
Dopo di che sono passato al controllo dell’arnia azzurra, sempre partendo dal vassoio antivarroa, dove, anche in questo caso seppure meno, vi era la presenza di condensa. La famiglia, come la sua vicina, presidia 3 telaini principalmente.
Infine ho aperto il tetto per vedere come fosse la situazione del candito anche in questo caso e mi si è presentata più o meno la medesima cosa.
Durante la mia essenzialissima visita non avevo le idee chiarissime sulla situazione delle due famiglie, anche perché essendo ancora presto non si vedeva nessun volo di purificazione e nessuna ape che cercava di nutrirsi con il candito.
Col dubbio che forse potesse essere avvenuto il peggio sono tornato in laboratorio a procedere con i lavori di falegnameria e sono tornato verso mezzo giorno per levarmi ogni dubbio a riguardo.
Con mia sorpresa ho trovato le api che bottinavano polline (il che sta ad indicare la presenza di covata) dalle poche piante fiorite in questa stagione:
E quando ho aperto i tetti ho visto che la situazione si era ribaltata completamente, ovvero il sacchetto brulicava di api intente ad accaparrarsi un pochino di candito sia nell’arnia arancio:
Sia in quella azzurra:
Il che mi ha rialzato fortemente il morale, pur sapendo che il mese dove si gioca tutto deve ancora arrivare, infatti è solo a Febbraio che le famiglie o superano brillantemente l’inverno oppure periscono poiché l’asprezza della stagione le ha colte impreparate.
Ottimista di pensiero e speranzoso nel cuore mi auguro di non dover più postare notizie così disastrose come l’anno scorso.
Approposito di inverno, durante le feste mi sono recato sulle nostre fantastiche Dolomiti per rilassarmi avvolto da natura selvaggia e ritmi di vita molto ma molto differenti rispetto ai nostri. Per pura coincidenza a meno di un chilometro dal mio albergo si trovava un piccolo apiario, contenente una 30 di famiglie, che ho immortalato poiché sia la conduzione che la struttura delle casse è molto differente da quella praticata dalle mie parti.
Mi sarebbe piaciuto scambiare due parole con l’apicoltore che curava tale allevamento ma, ovviamente, non si trovava in quel luogo appartato e ho potuto solo curiosare e fotografare le arnie presenti.
Mi ha fatto molto riflettere vedere quei candelotti di ghiaccio sopra le arnie e pensare che all’interno di quelle case la temperatura non era inferiore ai 18°.
Le Api, insetti che non smettono mai di sorprendermi.
Per il momento è tutto, nella speranza di riuscire a postare sempre più spesso, vi auguro un buon fine settimana.
Al prossimo post. Bzzz‼
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Lug 26 2015 La natura non è un posto da visitare. E casa nostra.
Ciao a tutti,
purtroppo, come è successo anche l’anno scorso il tempo per poter scrivere in questo blog si riduce drasticamente durante la stagione e mi ritrovo poi a dover fare dei mega riassunti. Mi dispiace e me ne scuso.Per prima cosa, vorrei iniziare questo articolo dicendovi che sono stato contattato dall’ente televisiva Arte per partecipare al documentario che sarà mostrato in occasione della conferenza sul clima (COP21) che si terrà a Parigi alla fine del 2015.
Opération climat, questo il titolo del documentario, sarà realizzato con i migliori filmati che saranno pervenuti alla redazione da 47 paesi europei. Chi intende partecipare deve produrre un breve filmato della durata da uno a tre minuti con il proprio cellulare, tablet, fotocamera o videocamera. L’organizzazione invita a riprendere non solo i luoghi che si ritiene costituiscano zone privilegiate da preservare, ma anche a entrare in scena o a riprendere piante, animali o personaggi che si valutano importanti per quel determinato ambiente.
Vi invito fortemente sia a partecipare con i vostri video che spargendone la voce il più possibile.Io ho già dato il mio contributo e vi riporto di seguito il video.
Visita 20-06-2015
Tutto il mese di giugno l’ho trascorso visitando le famiglie facendo attenzione che non andassero in febbre sciamatoria a causa delle scorte di miele che iniziavano ad essere considerevoli, controllando sempre che la salute fosse buona e che non vi fossero strane patologie che affliggessero le famiglie.
Le due arnie non presentavano alcun problema e così ho potuto aggiungere i primi melari in maniera tale da dare spazio alle famiglie in piena espansione, così avrebbero raccolto del miele anche per il loro apicoltore oltre che per il superamento dell’inverno.
Predellino di volo arnia arancio
Visita 11-07-2015
Luglio 2015, uno dei mesi più caldi degli ultimi anni, le cui temperature alte insieme all’umidità hanno reso le visite negli apiari delle saune a cielo aperto, ma che per le nostre amiche api ha solo portato lavoro aggiuntivo poichè hanno dovuto ventilare maggiormente le arnie per poter mantenere la temperatura stabile a 35 °C.
Nonostante il caldo l’attività delle bottinatrici non si è affatto fermata poiché le fioriture non aspettano nessuno, tanto meno delle api vagabonde.
Durante tale visita ho potuto assistere alla fioritura del trifoglio che è abbondante nei dintorni dell’apiario e le api non lo disdegnano per nulla.Durante questa visita ho provveduto ad aggiungere un secondo melario all’arnia arancio poiché aveva oramai riempito tutto il primo melario e temevo che, non avendo più spazio sarebbe sciamata dopo, ovviamente, aver controllato lo stato delle famiglie che risultano entrambe in sfavillante forma.
Visita 26-07-2015
Dopo un riassunto grossolano vi racconto la visita di oggi (26-07-2015), una delle ultime con i melari sui nidi poiché conto di levarli la prima o al massimo la seconda di agosto, così da lasciare il restante miele di quel periodo alle scorte per l’inverno (in questo modo magari posso risparmiare di alimentare le api, pratica che non mi è mai piaciuta).
Per prima cosa mi sono dedicato alla visita dell’arnia arancio, che ha su di se ben 2 melario, di cui uno praticamente pieno, l’altro senza neppure una goccia di miele ma utile per dare spazio alle api che altrimenti sentirebbero la necessità di sciamare.
Alzati, senza non poca fatica, i due melari ho potuto osservare il nido e, già da subito, ho capito che la famiglia stava bene e che avrebbe continuato senza problemi la stagione, intuizione che è stata confermata dallo stato della covata che ho osservato.
Stessa situazione, anche se con un melario in meno, per l’arnia azzurra.
Ora non rimane che attendere le prime settimane di agosto per levare i melari ed iniziare a trattare le famiglie per la varroa così da aiutarle con la prima fase dell’invernamento.Episodio degno di nota a cui ho assistito è stata una lotta all’ultimo sangue tra una giovane ape e una giovane vespa. La vespa ha decapitato la malcapitata ape che negli spasmi della morte ha ricambiato la sua aguzzina con la stessa moneta. Davvero impressionante la natura.
Non mi rimane che ricordarvi che potete trovare tutte le foto delle mie visite agli apiari su Flickr.com e salutarvi, augurandomi di riuscire a postare più frequentemente visto che la stagione si sta concludendo.
Bzzz‼ -
Giu 03 2015 Essere ciò che siamo e diventare ciò che siamo capaci di diventare è il solo fine della vita.
Ciao a tutti,
come vi avevo raccontato con il mio ultimo post l’avventura iniziata l’anno scorso con due piccoli nuclei di api si era conclusa tragicamente poco prima dell’arrivo della primavera nella mia zona.Mi è dispiaciuto, tanto, ma di tutte le esperienze, anche quelle molto negative, bisogna estrapolarne gli aspetti utili e farne tesoro.
Purtroppo non sono riuscito con certezza a capire quale sia stato il colpo di grazia che ha fatto collassare le mie precedenti famiglie, ma quello di cui sono certo è che la varroa ha giocato un ruolo fondamentale e quest’anno non ho intenzione di far sì che la storia si ripeta.
Proprio così, avete letto bene, una sconfitta non mi ha fermato e da due settimane nel mio apiario sono presenti due nuovi nuclei che lavorano all’impazzata e che mi fanno ben sperare per la stagione attuale.
Purtroppo l’apicoltore che me le ha fornite aveva tutti primi nuclei prenotati e quindi ho dovuto attendere la sfioritura dell’acacia (poco male poiché non avevo il tempo per poter spostare le mie eventuali famiglie sotto a tali alberi), sarà sicuramente per l’anno prossimo.
Inoltre quest’anno ho deciso di sperimentare la via della botanica rivolta ad aiutare le nostre amiche api sia durante la stagione con nettare e polline a pochi passi dalle arnie, tramite la semina di mix di fiori melliferi tra cui: Trifoglio resupinato laser, Facelia natra, Lupinella, Grano saraceno lileja, Mix trifogli, sia con la messa a dimora di due piante di Evodia Tetradium Danielli (che a dir la verità ho piantato lo scorso settembre) e che quest’anno dovrebbero far germogliare i primi fiori.
Questa pianta è famosa anche come albero del miele perché ha un potere mellifero non eguagliato da nessun’altra pianta e in più la sua fioritura avviene quando non è presente, nelle nostre zone, una fioritura primaria.
Non sto a tediarvi su come e con cosa aiuta le nostre amiche api tale piante, ma se volete approfondire vi consiglio di leggere questo articolo che ho scritto qualche giorno fa: Albero del miele (Evodia Tetradium Danielli)Albero del miele (Evodia Tetradium Danielli)
Tornando a noi, sabato 30 Maggio ho effettuato la prima visita in apiario, in quanto il fine settimana precedente pioveva a sprazzi ed avevo avuto il tempo solo di inserire due telaini (uno costruito e uno da costruire) all’interno di ogni arnia.
Arnia arancio
Per prima cosa, come faccio ad ogni visita nell’apiario, mi sono fermato qualche istante a fianco del predellino di volo per osservare il volo delle api: l’arrivo delle bottinatrici cariche di ogni genere di provvista e le bottinatrici che partono veloci dopo aver scaricato il prezioso carico.
Purtroppo ho vissuto un tempo non troppo lontano come è il volo di api che appartengono ad un nucleo che non sta bene e, grazie a questo, posso affermare che questa famiglia sta benone.
Prima ancora di aprire la cassa controllo anche lo stato del cassettino anti-varroa così da farmi un’idea di come la famiglia si muove all’interno dell’arnia così da sapere più o meno i punti di interesse sui quali prestare maggiore attenzione.
Come si può notare da questa foto, vi è un’abbondante impostazione di polline, vi sono state nascite poiché vi sono residui di opercoli rotti in corrispondenza di due telaini, stanno costruendo il foglio cereo che ho inserito (si vede dagli scarti di cera praticamente bianca), c’è la presenza di due camule della cera (larve) e (come vi mostra la foto seguente) vi è stata l’importazione in arnia di zucchero che non ho idea di dove l’abbiano recuperato.
Infine l’elemento che più mi ha sorpreso e che mi ha fatto effettuare la scelta di inserire un ulteriore foglio cereo da costruire all’interno di tale arnia è la presenza di segatura di compensato in alto a sinistra della foto.
Tale segno mi ha subito fatto capire che l’arnia richiedeva più spazio perché aveva iniziato a rosicchiare il compensato del diaframma che avevo inserito per tenere stretta la famiglia.Essendomi fatto un’idea sommaria di tale famiglia era giunta l’ora di aprirla ed osservare lo stato della covata, delle scorte e se vi fossi riuscito avrei voluto vedere la regina poiché non avevo idea di che cosa avesse inserito l’apicoltore che me le aveva fornite.
Alla fine della mia visita ho riscontrato che la famiglia gode di ottima salute, sta raccogliendo scorte ad una velocità pazzesca e con le stesse tempistiche sta costruendo i telaini che gli avevo fornito.
Fortunatamente sono riuscito anche ad immortalare la regina, che essendo nuova, è bella vispa e si aggira come un’indemoniata per tutti i telaini accompagnata dalla propria corte (vengono chiamate così le api che la nutrano e le stanno attorno avendo sempre il capo rivolto verso di lei).Siccome non più necessario ho anche provveduto a rimuovere il diaframma che come avevo intuito dal vassoi anti-varroa presenta segni evidenti di vandalismo 🙂 nella parte destra della foto.
Non so se lo sapete, ma le api avendo le mandibole arrotondate (al contrario delle vespe che le hanno appuntite) non sono in gradi di perforare neppure la buccia dei chicchi dell’uva (questo non le impedisce di fiondarcisi quando i chicchi hanno già dei buchi o hanno iniziato a deperire), quindi con un foglio di compesato non è che lo rosicchiano, ma strappano una ad una ogni micro scheggia che è parte integrante del compensato.Non sono riuscito a vedere la presenza delle camule che avevo ipotizzato esserci dagli escrementi nel cassettino, o le api le hanno uccise e poi rimosse dall’arnia, oppure sono ancora presenti e stanno mangiando esuvie (quel che resta dalla trasformazione pupa in ape adulta all’interno delle celle, è un pellicola infinitesima) a sbaffo.
Arnia azzurra
Anche per questa arnia l’iter è stato il medesimo, ovvero mi sono soffermato ad osservare il volo delle api di questa famiglia che anche in questo caso si è dimostrato intenso, ma quello che mi ha più colpito è stato osservare il lavoro delle api “ventilatrici” che con le proprie ali fanno in modo da creare correnti per areare, e quindi abbassare la temperatura, all’interno dell’arnia.
Se non siete degli esperti (come me) o non le avete mai viste sono le tre api più in basso che tengono alto il corpo e nel contempo sbattono le ali, in questo modo stanno incanalando l’aria alle proprie spalle.
Il passo successivo è stato quello di osservare il cassettino anti-varroa così farmi un’idea sommaria anche di questa famiglia prima di aprire.
Come nell’altro cassettino vi è la presenza di polline, anche se leggermente inferiore, residui di opercoli rotti dalle api nascenti, una possibile camula ma quello che non mi ha reso proprio felice è stato vedere tutti quegli scarti di cera nuova in concomitanza al telaino che avevo inserito con solo foglio cereo.
A questo punto non rimaneva altro da fare se non aprire la cassetta e controllare con una visita scrupolosa lo stato della famiglia.
Al termine della visita, nella quale non sono riuscito a vedere la regina, ho tratto le stesse conclusioni della famiglia accanto, ovvero che sta crescendo velocemente (forse un pochino più piano dell’altra) e sta raccogliendo anche le provviste velocemente.
Purtroppo il mio presentimento sul telaino con foglio cereo tagliato era fondato e, non essendoci sopra ancora ne covata ne scorte, ho preferito sostituirlo e aggiungerne un secondo così da portala su 9 telaini come l’altra.
Conclusioni
Per concludere questa prima visita mi fa ben sperare per la stagione corrente, inoltre questi due nuclei sono molto ma molto pacati, non si sono alzate in volo più di 2 api mentre facevo la visita e l’uso del fumo è stato limitato all’apertura e alla chiusura dell’arnia per non rischiare inutilmente di schiacciare delle apette incaute.
Sì, sono proprio soddisfatto di questa visita, vedremo se anche la botanica nei pressi dell’apiario potrà dare una mano a non far perire queste due famiglie durante il prossimo inverno.
Non mi resta che darvi appuntamento alla prossima settimana con il prossimo post e ricordarvi che ogni foto effettuata durante le visite (non solo quelle contenute all’interno del post) le potete trovare nella mia galleria Flickr.
A presto, bzzz‼
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Lug 14 2014 La vita e i sogni sono fogli di uno stesso libro: leggerli in ordine è vivere, sfogliarli a caso è sognare.
Ciao a tutti,
è da veramente troppo che non pubblico un post in questo blog per aggiornare lo stato della mia avventura, ma sono stati due mesi davvero tosti dove ho dovuto lavorare fino a sera inoltrata e non ho avuto tempo di fermarmi a scrivere.Ci eravamo lasciati che entrambe le arnie in mio possesso erano in ottima salute e avevano ricoperto tutti i telaini a loro disposizione.
Riprenderò il mio racconto proprio dalla visita successiva a quella che vi ho descritto nel precedente post.Non credo di avervelo detto precedentemente ma io visito regolarmente l’apiario una volta a settimana per non recare troppo disturbo alle nostre amiche.
Arnia Azzurra
Durante la visita successiva, ispezionando un po’ sommariamente perché avevo poco tempo a disposizione, avevo costatato che il tutto stava procedendo bene e, non essendo troppo convinto sul da farsi, ho optato per aspettare ancora una settimana per deporvi il melario.
Errore che ho pagato nel giro di qualche giorno poiché dalla suddetta arnia il 18 giugno verso l’ora di pranzo è partito uno sciame che si è fermato, nel giro di una decina di minuti, a una quindicina di metri dall’arnia di partenza.Io essendo al lavoro non ho potuto fare altro che sperare che la mattina successiva fossero ancora lì e non avessero già trovato un’altra dimora.
Con l’emozione che riempiva il cuore fino a farlo esplodere mi sono alzato presto e sono andato sul luogo dove avevano visto lo sciamo posarsi, mi sono avvicinato e l’ho trovato ancora lì.Non potendo tagliare la vite ho deciso di creare una piccola struttura sospesa da terra e, una volta che il porta sciami fosse stato in posizione, agitare convulsamente la vite per farle precipitare all’interno della cassa.
A questo punto ho cominciato a cercare la regina, sapevo che era marcata (infatti al contrario di quello che molte persone pensano, quando una famiglia sciama la maggior parte delle volte è la regina vecchia che lascia la casa e vola via) di rosso e desideravo capire se era caduta all’interno della cassetta oppure no.
Seguendo con lo sguardo il flusso di api che risaliva la vite l’ho avvistata e, con estrema cautela, l’ho afferrata e appoggiata su un lembo della cassa.
Ho atteso qualche minuto per osservare che cosa avesse intenzione di fare la regina, ma tranquilla tranquilla si è infilata tra due telaini agevolandomi ulteriormente il lavoro.
A quel punto non ho fatto altro che agitare ulteriormente la vite, spostare tutta la cassetta sulla terra ferma, chiuderla (lasciando aperta una via) e attendere che tutte le api entrassero nella loro nuova dimora.La stessa sera, al ritorno dal lavoro, ho preso il nucleo (l’ho sigillato) e l’ho portato in un appezzamento di terra che dista più di 3 chilometri dal mio apiario.
Ad una settimana di distanza le ho riportate in apiario e le ho trasferite all’interno di una nuova arnia Verde speranza.
Tornando all’arnia Azzurra, le api che sono rimaste fedeli alla nuova regina hanno continuato ad importare nettare, immagazzinandolo non nel melario ma bensì nel nido ingolfando un pochino la deposizione della nuova regina (che ho avvistato finalmente nella visita effettuata il 12 luglio) e non costruendo più di tanto il melario.
Ricapitolando l’arnia azzurra sta riprendendo il suo normale ritmo con una nuova regina nata probabilmente qualche giorno prima della sciamatura e, spero, che riprenda a costruire nel melario per l’ultimo mese che glielo lascio (ho programmato di levare tutto ad agosto per lasciare più scorte possibili alle famiglie).
Arnia Verde
Questa nuova famiglia nata a seguito della sciamatura si sta sviluppando velocemente, è impressionante vedere la velocità con la quale uno sciame tira della cera, infatti nel cassettino non vi erano favi già costruiti ma solamente fogli cerei che sono stati completamente costruiti nel giro di una settimana.Avendo deciso di tenere più stretta possibile la famiglia ho introdotto nell’arnia un diaframma che separasse il nucleo dai fogli cerei presenti all’interno dell’arnia (mi hanno infatti insegnato che è meglio riempire completamente ogni spazio all’interno dell’arnia poiché le api prediligono gli spazi vuoti per costruire).
Ora questa famiglia si è allargata fino ad occupare sette telaini e credo che la prossima settimana sarò costretto ad allargarla fino a 9.
Arnia Arancio
Quest’arnia sarà l’unica che probabilmente quest’anno mi fornirà del miele da porte consumare.
L’unica pecca rimane l’aggressività, che alla fine dei conti non è un ostacolo così insormontabile.Fino ad oggi si è sviluppata, ha costruito il primo melario (riempiendolo completamente questa settimana) e ora vedrò come si comporta con il secondo.
Durante l’ultima visita ho estratto il telaini trappola dal nido (utilizzato per la lotta bio meccanica alla varroa, di cui non ho trovato traccia) e vi ho eliminato tutta la covata maschile presente.
La stessa operazione dorò effettuarla, probabilmente, alla prossima visita nell’arnia azzurra.
Riassumendo le cose stanno procedendo bene, ho tre famiglie in ottima forma di cui una riesce probabilmente a fornirmi il primo miele da assaggiare.
Spero di riuscire a scrivere la visita la prossima settimana e di documentarvela con foto e video.
A presto, bzzz‼
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Mag 31 2014 Cominciate col fare ciò che è necessario, poi ciò che è possibile. E all’improvviso vi sorprenderete a fare l’impossibile.
Ciao a tutti,
come oramai di abitudine devo scusarmi per non essere riuscito a postare regolarmente ogni qualvolta ho effettuato una visita, ma, per impegni vari e periodo particolarmente frenetico, non ho avuto modo di avvicinarmi alla tastiera per condividere con voi la mia esperienza.L’ultimo post che avevo scritto riguardava l’arrivo dei due nuclei nel mio apiario, da allora ogni settimana ho effettuato la consueta visita per capire lo stato delle famiglie e anche per prendere la mano con quelle piccole routine che accompagnano ogni apicoltore per tutta la durata della sua avventura.
Quando i nuclei sono arrivati erano composti da 5 telaini: due di scorte e tre di covata.Già alla prima visita essendo ancora in piena fioritura dell’acacia ho introdotto due foglie cerei per arnia, in questo modo le famiglie si sarebbero espanse fino ad occupare 7 telaini.
Nella visita della settimana successiva ho scoperto, con straripante felicità, che avevano costruito, tutte e due le famiglie, entrambi i fogli cerei che avevo introdotto, ma non essendo ancora utilizzati se non per quale pallina di polline sparsa qua e la ho deciso di lasciare decantare la situazione.
Purtroppo non ho ne foto ne video che testimoniano queste visite poiché essendo le prime volte volevo concentrarmi più sulle api e sui gesti da compiere che sull’immortalarle.Nella visita del 24/05 conclusa la fioritura dell’acacia, ho riscontrato una presenza massiccia di scorte e per questo ho deciso di introdurre altri due fogli cerei per portare le famiglie ad occupare 9 telaini.
Durante questa visita sono riuscito ad avvistare entrambe le regine e, anche se era vi era presenza di covata fresca, questo mi ha rincuorato ulteriormente e mi ha fatto sperare per il meglio.
Sono riuscito, anche se con una qualità non molto alta a filmare parte della mia visita, ovvero quella sulla cassa arancione, che ho costatato essere un pochino più aggressiva rispetto l’azzurra.Trascorsa un’ulteriore settimana eccoci arrivati alla visita avvenuta il 31/05/2014 e nella quale ho costatato, oltre allo stato generale della famiglia, se avessero costruito o meno i fogli introdotti la settimana precedente.
Arnia Azzurra
Come oramai d’abitudine ho ispezionato prima l’arnia azzurra che, essendo di natura più tranquilla, non mi crea grossi problemi. C’è da dire che la giornata non era molto favorevole in quanto la notte aveva piovuto forte e il sole incominciava a penetrare tra le nubi proprio quando visitavo l’apiario, inoltre ogni tanto si alzava qualche folata di vento freddo che infastidiva le api.L’arnia azzurra che era partita più deboluccia rispetto all’arancione ora ha raggiunto lo stesso livello di popolazione e anche a livello di telaini di covata è sullo stesso livello, ovvero possiede i due telaini più esterni con ricche scorte di miele e polline, mentre in quelli centrali è presente una gran quantità di covata che al momento dello sfarfallamento (ovvero quando un’ape completamente formata esce dalla cella che era stata precedentemente opercolata dalle compagne) ricoprirà abbondantemente ogni telaino, costringendomi probabilmente a posizionare il melario poiché altrimenti avrebbero troppo poco spazio per muoversi.
Durante la mia visita ho potuto anche costatare la presenza di fuchi (i maschi delle api) che scorrazzavano liberamente per i telaini producendo ogni tanto il loro caratteristico ronzio, molto diverso da quello prodotto dalle ali delle operaie.
Con la macchina fotografica ne ho voluto immortalare uno il cui ronzio sovrastava spesso quello degli altri, tanto caratteristico che mi ha permesso di scovarlo nel telaino ed catturarlo, sono da notare le dimensioni rispetto alle operaie, si vede che è stato alimentato bene.Prima di richiudere quell’arnia ho notato un’ape solitaria stranamente scusa, non so dire se si tratti di una ape anziana, di un’individuo affetto dal mal di maggio oppure se appartiene alla fantomatica casta delle api “ladre” di cui parlava il mio tutor durante il corso, fatto sta che mi ha incuriosito e vedrò di informarmi su che cosa sia realmente.
La visita all’arnia azzurra mi ha rivelato che la famiglia si trova in splendida forma e che ha costruito in maniera del tutto normale (anche se tagliando un pochino il foglio in prossimità dei fili maggiormente scoperti) i due telaini con foglio cereo che gli avevo precedentemente introdotto.
Speriamo che prosegua con questa marcia.Arnia Arancione
Per quanto riguarda l’arnia arancione, sono rimasto un pochino perplesso rispetto alla sua aggressività, poiché prima di addossare alla genetica la colpa voglio eliminare ogni altro fattore possibile. Prima dell’ultima visita ho provato a lavare la tuta da lavoro per vedere se fosse l’odore del veleno che le infastidiva ma non ho ricevuto i risultati sperati, durante la visita ho controllato che non vi fosse una cella reale perché credevo in una possibile sciamatura, ma, oltre aver rimosso la cella dove era uscita la regina attuale (che era ancora presente) non ne ho trovate altre.
Ho visto anche la regina che continua a deporre in maniera regolare e senza problemi evidenti, quindi credo che l’ultima mossa fattibile sia l’immissione del melario per vedere se è un problema di sovraffollamento, anche se non credo.
Per questa visita ho preferito fare un video in maniera tale da permettervi di gettare un’occhio, oltre al mio, dentro a quest’arnia.Nella seconda metà del video mi vedete allontanare poiché si stavano arrabbiando parecchio, infatti se osservate i pochi instanti che seguono il mio movimento per allontanarmi vedrete una flotta partire in volo e gettarsi verso la mia direzione.
La tuta e i guanti hanno fatto il loro dovere, ma vorrei arrivare a non doverli usare perché possiedo delle api molto tranquille e pacifiche, col tempo spero di riuscirci (ovviamente non addomesticandole, ma selezionando le famiglie più docili qualora dovessi fare delle regine).Detto questo non mi rimane che salutarvi e darvi appuntamento a settimana prossima. Bzzzz!