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Gen 22 2016 In natura non ci sono né ricompense né punizioni: ci sono conseguenze.
Ciao a tutti,
contavo di scrivere questo post prima, ma come sempre non riesco a rispettare i buoni propositi che mi prefiggo che riguardano questo blog.
Siccome è un pò che non vi parlo delle mie api ecco la situazione che mi si è parata davanti lo scorso fine settimana, quando, grazie ad una giornata fuori stagione, le temperature erano abbastanza alte da permettere almeno il volo di purificazione delle nostre amiche.
Volendomi portare avanti con i lavori di falegnameria per non arrivare impreparato durante la stagione, vi ricordo che lo scopo di questo anno è arrivare a 10 arnie complessive partendo dalle mie famiglie e (se possibile) non acquistandone altre, mi sono recato in apiario al mattino presto, quando ancora il sole non aveva riscaldato l’ambiente.
Per prima cosa ho controllato il cassettino dell’arnia arancio e ho notato che, oltre a qualche goccia di condensa dovuta alla presenza endemica di umidità dalle mie parti, il glomere (ovvero la sfera che le api formano per scaldarsi) si è instaurato al centro occupando 3 telaini principalmente.
Ho così controllato il candito che gli avevo fornito come alimentazione di supporto, infatti preferisco fornire loro il nutrimento all’inizio dell’inverno e lasciare poi che utilizzino le loro scorte durante le ultime battute dell’inverno.
Notando che il sacchetto che gli avevo fornito alla fine di dicembre era oramai terminato (o più precisamente nel giro di qualche giorno lo avrebbero ripulito a dovere.
Dopo di che sono passato al controllo dell’arnia azzurra, sempre partendo dal vassoio antivarroa, dove, anche in questo caso seppure meno, vi era la presenza di condensa. La famiglia, come la sua vicina, presidia 3 telaini principalmente.
Infine ho aperto il tetto per vedere come fosse la situazione del candito anche in questo caso e mi si è presentata più o meno la medesima cosa.
Durante la mia essenzialissima visita non avevo le idee chiarissime sulla situazione delle due famiglie, anche perché essendo ancora presto non si vedeva nessun volo di purificazione e nessuna ape che cercava di nutrirsi con il candito.
Col dubbio che forse potesse essere avvenuto il peggio sono tornato in laboratorio a procedere con i lavori di falegnameria e sono tornato verso mezzo giorno per levarmi ogni dubbio a riguardo.
Con mia sorpresa ho trovato le api che bottinavano polline (il che sta ad indicare la presenza di covata) dalle poche piante fiorite in questa stagione:
E quando ho aperto i tetti ho visto che la situazione si era ribaltata completamente, ovvero il sacchetto brulicava di api intente ad accaparrarsi un pochino di candito sia nell’arnia arancio:
Sia in quella azzurra:
Il che mi ha rialzato fortemente il morale, pur sapendo che il mese dove si gioca tutto deve ancora arrivare, infatti è solo a Febbraio che le famiglie o superano brillantemente l’inverno oppure periscono poiché l’asprezza della stagione le ha colte impreparate.
Ottimista di pensiero e speranzoso nel cuore mi auguro di non dover più postare notizie così disastrose come l’anno scorso.
Approposito di inverno, durante le feste mi sono recato sulle nostre fantastiche Dolomiti per rilassarmi avvolto da natura selvaggia e ritmi di vita molto ma molto differenti rispetto ai nostri. Per pura coincidenza a meno di un chilometro dal mio albergo si trovava un piccolo apiario, contenente una 30 di famiglie, che ho immortalato poiché sia la conduzione che la struttura delle casse è molto differente da quella praticata dalle mie parti.
Mi sarebbe piaciuto scambiare due parole con l’apicoltore che curava tale allevamento ma, ovviamente, non si trovava in quel luogo appartato e ho potuto solo curiosare e fotografare le arnie presenti.
Mi ha fatto molto riflettere vedere quei candelotti di ghiaccio sopra le arnie e pensare che all’interno di quelle case la temperatura non era inferiore ai 18°.
Le Api, insetti che non smettono mai di sorprendermi.
Per il momento è tutto, nella speranza di riuscire a postare sempre più spesso, vi auguro un buon fine settimana.
Al prossimo post. Bzzz‼
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Dic 18 2015 Inverno. Come un seme il mio animo ha bisogno del lavoro nascosto di questa stagione.
Ciao a tutti,
è diverso tempo che non scrivo nulla in questo blog un po perché sono stato impegnato con il lavoro, un po perché non sapevo bene cosa dire.
Sfruttando questa citazione di Enia (la famosa compositrice):
dove mi rispecchio completamente, vi volevo immergere, in mia compagnia, in una riflessione che mi ha scatenato la lettura di questo colorito articolo: L’incredibile storia del Signor Stentienesi apicoltore
Certo, vi sono parecchie imprecisioni su quel che riguarda il mondo delle api, ma l’ultimo dialogo avvenuto tra l’ape regina e il Signor Stentienesi mi ha fatto percorrere un lungo brivido per tutta la spina dorsale.
Soprattutto questo paragrafetto (che vi riporto qualora non voleste leggere tutto l’articolo, anche se ve lo consiglio) ha smosso le mi viscere nel profondo:
…
Vi innamorate singolarmente, vi impollinate liberamente, scopate, come piace dire a lei per sentirsi più giovane; ogni uomo può scopare o innamorarsi o togliersi la vita liberamente nella società degli uomini; tutto bello. Ma alla lunga non funzionerà.
Perché siete stupidi e insignificanti, visti dalla Luna. Come noi api, viste da fuori l’alveare.
…
Proprio come dice l’ape regina siamo piccoli e insignificanti visti dalla Luna e così stupidi da distruggere il pianeta sul quale viviamo. Proprio in questi giorni i maggiori vertici mondiali hanno preso parte al COP21 per discutere e trovare comuni accordi per cercare di ridurre l’impatto dell’umanità sul nostro amato pianeta e ridurre così da 3°C a 1°C il surriscaldamento globale.
Io non voglio fare il moralista di turno od imporvi il mio punto di vista, ma da Apicoltore e soprattutto da cittadino della Terra, proprio come voi, vi invito a riflettere, anche solo durante la lettura di questo post, a quali piccole o grandi azioni potete compiere per rimandare il più possibile la distruzione del nostro pianeta.
Se ogni individuo facesse anche un semplice gesto quale è la raccolta differenziata, i risultati sarebbero grandissimi, poiché, come dimostrano le api, la forza sta nel gruppo e nella comunità non nel singolo individuo.
Che ci piaccia o meno il nostro pianeta ha una data di scadenza, spetta a noi, ognuno di noi, l’ardua scelta di cerca di posticiparla il più possibile oppure di fregarcene e farla arrivare prima del previsto.
Chiudendo questa parentesi che mi sentivo di voler condividere con voi, torniamo al mio piccolo e nello specifico alla mia avventura con le api.
Come oramai saprete non ci sono particolari lavori da fare in apiario durante l’inverno, se non qualche trattamento contro la Varroa che io effettuerò sempre con acido ossalico subliminato verso i primi di gennaio (visto che il primo ciclo l’ho effettuato a novembre).
Non mancherò di fare un post per mostrarvi questo trattamento, ma nel contempo, vi volevo informare che ho deciso di espandere il mio apiario fino a raggiungere le 10 arnie (che dovranno essere forti per il prossimo inverno) sacrificando magari il raccolto di miele per il prossimo anno.
Oltre ad essere un’operazione delicata che occuperà quasi tutta la prossima stagione apistica, occorre anche un certo quantitativo di materiale, quindi ho deciso di costruirmi le arnie da solo.
Non avendo ancora un progetto definitivo aspetto a mostrarvi i disegni, ma vi annuncio già che non saranno arnie dalle misure (esterne) convenzionali poiché non disponendo di una piallatrice lo spessore delle assi che utilizzo non sarà mai di 25 millimetri.
Ora che ho stuzzicato la vostra curiosità, non mi resta che salutarvi e darvi appuntamento al prossimo post (spero la prossima settimana) con il progetto definitivo e le prime immagini che riguardano la costruzione delle future casette per le future famiglie.
Grazie della lettura e a prestissimo (promesso‼).
Bzzz‼