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famiglie

  • Abbiamo di che vivere con ciò che prendiamo, ma costruiamo una vita con ciò che doniamo.

    Ciao a tutti,

    quest’anno non è di certo andato come previsto. Sono finalmente riuscito a ritagliarmi qualche minuto di tempo per poter postare in questo blog. Come state?

    Nell’ultimo post di metà luglio la situazione era stabile, il nuovo nucleo stava crescendo bene e velocemente e il tutto mi faceva sperare in un bel raccolto di miele.

    Ahimè le cose non sono andate come previsto, infatti l’arnia verde ha (giustamente) pensato alle proprie scorte non riuscendo a salire a melario, l’arnia blu (a causa dell’orfanità) ha intasato il nido con il miele, infatti quando la regina è divenuta feconda non vi era abbastanza spazio per iniziare la deposizione e questo ha rallentato di molto questo nucleo, mentre l’unica ad essere andata in produzione è stata l’arnia arancio che nel complesso ha raccolto ben 16 kg di miele.

    Costruzione smielatore auto costruito

    La prima settimana di Agosto ho avuto le ferie e, sapendo che almeno un melario era pronto, poiché completamente opercolato, mi sono rimboccato le maniche per costruire lo strumento che mi avrebbe aiutato in questa importante operazione.

    Lo smielatore è formato da un bidone di latta, una barra filettata, due cuscinetti a sfera con tanto di staffa, due cerchi da bicicletta, due barre e relativi terminali e tantissime viti e bulloni.

    Materiale smielatore auto costruito

    Materiale smielatore auto costruito

    Assemblare il tutto è stato abbastanza semplice, nulla che un flessibile, un trapano e le chiavi inglesi non possano fare. Per prima cosa ho rovesciato il bidone sotto sopra in maniera tale da avere i tappi nella parte sottostante e poi, con il flessibile, ho tagliato il fondo all’altezza che ritenevo più giusta.

    Una volta fatto ciò ho preso la barra filettata e con l’aiuto di alcuni bulloni ho fermato i due cerchi alla distanza che mi consentiva di incastrarci dentro un telaino da nido senza che esso si muovesse troppo.

    Fase 1 - tagliare barile e fissare cerchi

    Fase 1 – tagliare barile e fissare cerchi

    Alla fine ho concluso il tutto fissando le barre, mantenendole incrociate volutamente, al bidone e fissando la barra filettata con i cerchi ai cuscinetti a sfera che avrebbero facilitato la rotazione senza porre nessun attrito.

    Fase 2 - Fissaggio del tutto

    Fase 2 – Fissaggio del tutto

    Dopo un sacco di lavaggi con prodotti chimici e dopo altrettanti risciacqui ho controllato che non vi fossero residui e ho proceduto con la smielatura agganciando nella parte alta dello smielatore un trapano elettrico.

    C’è da dire che con telaini pieni occorre fare attenzione con il trapano e dosare la potenza gradualmente poiché se se ne eroga subi troppa si rischia di distruggere i telaini inseriti, cosa che infatti è successa alle prime due cavie inserite.

    Terminata questa fase ho travasato tutto dentro a due pentole in acciaio inox lasciando il miele a riposare, coperto, per circa 15 giorni, dopo i quali ho provveduto all’invasamento.

    Il tempo passa, vola..

    Da agosto fino alla settimana scorsa il clima è sempre stato per la stagione calda e soleggiata quindi la situazione in apiario non è mai cambiata, fino a che non è arrivato il primo freddo e a quel punto nei nuclei sono scomparse tutte le covate maschili che fino ad una settimana prima erano presenti, poi quando le temperature hanno iniziato a scendere anche la notte la regina ha iniziato a rallentare la deposizione di operaie fino proprio a cessarla questa settimana.

    Visita del 25-10-2014

    L’ultima visita che ho effettuato è stato sabato 25 ottobre e la situazione è ben delineata in tutti i nuclei, ovvero, le api stanno spostando le scorte di miele tutte da una parte poiché abbandoneranno il prima possibile i telaini più esterni, ma passiamo alla situazione dettagliata famiglia per famiglia:

    Arnia verde

    L’arnia verde, contenente la famiglia che è sciamata (con la regina vecchia), presentava un cassettino sporco solamente nella parte sinistra il che significa che le api stanno lavorando maggiormente in quel lato )anche perché è presente ancora il diaframma che le tiene su 7 telaini. Già da questa visione ho capito che a destra dello spazio a loro disposizione vi erano le scorte e che avrebbero dovuto traslocarle per poter passare l’inverno senza effettuare molta strada per recuperare il cibo.

    Fondo anti-varroa arnia verde

    Fondo anti-varroa arnia verde

    Aprendo l’arnia ho avuto conferma di quanto avevo supposto e in più ho notato la totale assenza di covata fresca, ma la presenza solamente di covata opercolata.

    Arnia verde

    Arnia verde

    La regina, sentenziosa, deve aver sentito il cambio climatico e ha deciso di attendere qualche tempo prima di deporre altre uova, entrando il quella fase chiamata “blocco di covata” e nel quale si effettuano i trattamenti contro la varroa (presente in quantità notevole in questa arnia intuibile anche dalla quantità di acari morti nel cassettino.

    Arnia azzurra

    L’arnia azzurra, contenente la famiglia che ha “subito” la sciamatura e che ha provveduto a farsi una nuova regina è quella che possiede più scorte di tutte, ma si sta comportando nella stessa maniera, ovvero sposta il miele per averlo più vicino durante l’inverno.

    Estraendo il cassettino da questa arnia mi sono stupito, in negativo, poiché ho trovato un pugno di api morte che non vi sarebbero dovute essere.

    Fondo anti-varroa arnia azzurra

    Fondo anti-varroa arnia azzurra

    La causa di questo fenomeno non mi è chiara anche se ho formulato alcune ipotesi, ho comunque richiesto i pareri di altri apicoltori e non appena avrò notizie più certe rispetto a delle ipotesi fatte da un principiante sarà mia premura avvisarvi.

    Per ora posso solo dire quello che è certo, ovvero che anche questa arnia ha una quantità abbastanza elevata di varroa che sarà spazzata via dai trattamenti effettuati probabilmente settimana prossima, che le scorte si trovano sempre nella parte destra della famiglia ma che le api si stiano preparando a passare l’inverno nel lato sinistro.

    Inoltre ho cercato di effettuare uno scatto ravvicinato al vassoio così da rendere ben visibili le varroe, che sarebbero i piccoli scudi marrone-rossi presenti tra i detriti, che vi riporto qui sotto.

    Ingrandimento per varroe

    Sono ben visibili più di una varroa, ma ce ne una al centro della foto che si nota velocemente, si trova a destra del truciolo giallo di polline.

    Quel che non vi ho detto è che quando sono arrivato in apiario questa arnia presentava ben due intrusi, il primo era un ragno enorme e ancora vivo appollaiato sul retro dell’arnia la cui ragnatela era talmente robusta che ho fatto fatica io stesso a staccarla dalla parete per riporlo qualche decina di metri più lontano.

    Primo intruso, un bel ragno!

    Primo intruso, un bel ragno!

    Mentre la seconda intrusa era questa misteriosa farfalla (credo che sia una falena notturna) che ha incastrato la resta nella porticina dell’alveare, probabilmente incuriosita dal tepore che emanava e, dopo essere stata aggredita dalle api, è perita in quella posizione.

    Secondo intruso, una felena!?!?

    Secondo intruso, una falena!?!?

    Fa comunque riflettere come l’ape non abbia paura di creature molto più gradi di lei (basti pensare che attacca anche l’uomo se infastidita) e che riesca a uccidere creature che sono anche 20 volte lei, come il caso di questa falena.

    A sinistra la falena (senza testa) a destra un'ape

    A sinistra la falena (senza testa) a destra un’ape

    Comunque la famiglia al suo interno si è manifestata forte e in pieno lavoro di preparazione per l’inverno, quindi neppure i due intrusi o il misterioso evento che ha fatto perire quel pugno di api, hanno intaccato l’equilibrio instaurato nel nucleo.

    Arnia arancio

    Questo nucleo non smette mai di stupirmi, appena arrivate nel mio apiario mi ha colpito la loro aggressività, poi la loro produzione di miele ed infine la totale assenza di varroa che ho riscontrato nel fondo durante l’ultima visita.

    Fondo anti-varroa arnia arancio

    Fondo anti-varroa arnia arancio

    Naturalmente non sono così stolto da credere che non vi sia per nulla, anzi potrebbe essere anche più infestata delle altre due famiglie, ma mi ha fatto specie ritrovare dopo due settimane un cassettino completamente pulito.

    Come le altre due arnie, anche questa si sta preparando per l’inverno spostando le provviste e avendo fermato la deposizione delle uova, quindi non mi rimane che trattarla per la varroa e vedere se effettivamente ne era priva o semplicemente sono meno capaci di spulciarsi a vicenda.

    Arnia arancio

    Arnia arancio

    Una cosa che ho introdotto in una delle visite di fine luglio sono le clip colorate per differenziare gli anni dei telaini, in modo da effettuare la giusta rotazione che vede il rinnovarsi di due telaini ogni anno così da avere al massimo telaini vecchi 5 anni. Questo modo di operare fa parte delle buone pratiche apistiche che riducono i rischi di malattie come, ad esempio, la peste americana ed europea.

    L’estate sta finendo e il sole se ne va..

    Con l’arrivo dell’inverno e della fine della stagione apistica credo che una riflessione sia d’obbligo sia per analizzare il mio primo anno in apicoltura, sia per comprendere che cosa mi ha arricchito in questo primo anno di avventura.

    Quello che non mi immaginavo assolutamente all’inizio di tutto questo trambusto è che si è realizzato oltre ogni mia aspettativa è quanto le api e l’apicoltura in generali muti in continuazione, puoi visitare le api e dopo una sola settimana tornare a visitare lo stesso nucleo e trovare tutto sconvolto, capovolto, mischiato, confuso.

    Un mondo davvero interessante, impossibile da comprendere a pieno, ma bellissimo da ammirare e soprattutto da vivere.

    Il momento che mi è rimasto più nel cuore e quello che porterò per sempre con me è stato quando sono andato a raccogliere le api che erano sciamate: svegliarmi la mattina con il sorgere del sole, recarmi in apiario prima di andare a lavorare, trovarle strette, unite in un solo essere, scrollarle, sconvolgere il loro equilibrio, indirizzare la regina dentro al cassettino, ammirare come si richiamavano a vicenda, chiudere il cassettino, portarle lontano, andarle a riprendere una settimana dopo, travasarle. Magnifico, davvero l’esperienza più bella che mi potesse capitare.

    Brr.. che freddo.. non disperdiamo calore!

    Brr.. che freddo.. non disperdiamo calore!

    Ora non mi resta che prepararle al meglio per l’inverno, scrollando da loro tutto il carico di varroa che anno accumulato  questo mese e aiutarle con l’alimentazione nel caso ne necessitassero.

    Spero di riuscire a far passare questa temibile stagione a tutte e tre le famiglie e riprendere sia con il blog che con l’apicoltura a inizio stagione.

    Un piccolo rammarico però ce l’ho, quello di non essere riuscito a postare ad ogni visita effettuata in apiario, pazienza, sarà l’obbiettivo per l’anno prossimo.

    A presto, bzzz!

  • Forse il nostro universo si trova dentro al dente di qualche gigante..

    Ciao a tutti,
    è da qualche tempo che non scrivo in questo blog della mia avventura.
    Il motivo di questo sostanziale silenzio stampa era dovuto al fatto che la mia avventura con le api non aveva ancora fatto il primo battito d’ali nel volo solitario, almeno fino ad ora.

    Finalmente dopo la conclusione del corso base sull’apicoltura tenuto dall’associazione forlivese apicoltori (A.F.A. per gli amici) e le tre lezioni pratiche che mi hanno permesso, oltre che di mettere per la prima volta le mani dentro una famiglia, soprattutto di conoscere altri ragazzi interessati a questo mondo e con cui sono sicuro si instaurerà una bella collaborazione, se non un’amicizia.

    Detto questo passiamo alle cosa importanti:
    da qualche tempo avevo ordinato i due nuclei che vorrei condividessero con me tutto questo percorso da un apicoltore di Bologna, il quale mi ha trasmesso da subito una straripante passione e una professionalità unica.

    Con immensa gioia e trepidazione da parte mia, ci accordiamo per effettuare il ritiro Domenica 4 Maggio (unico giorno non bersagliato da temporali, acquazzoni ed intemperie di ogni sorta), così preparo il tutto, svuoto il camioncino della ditta di mio padre a alle 18.30 io e la mia morosa partiamo con meta Bologna.

    Attraversato il traffico spinoso del centro città, del tutto non abituale per dei provincialotti come noi, arriviamo nelle campagne Bolognesi e ci fermiamo dopo qualche minuto di ricerca davanti ad un cancello altissimo, degno di una reggia.
    Iniziamo, temendo di non trovare il luogo dell’incontro, a cercare di capire nel navigatore dove dovevamo andare, ma solo quando il cancello si aprì ed uscì un ragazzo con in mano la maschera tipica dell’apicoltura capii che ci eravamo fermati nel punto giusto per puro caso.

    Una piccola esploratrice

    Una piccola esploratrice

    Passati i soliti convenevoli, decidiamo di aspettare che il volo delle operaie cessi per rischiare di chiudere fuori il minor numero possibile di api.
    Impacchettate di tutto punto e legate con cura nel retro del camioncino prendiamo, consapevoli del nostro prezioso carico, la via del ritorno.

    Arrivati in apiario, senza troppe difficoltà, scarico i due nuclei ancora tutti sigillati e li posiziono sopra le arnie nelle quali poi dovranno essere trasferite l’indomani.
    Essendo già molto tardi e le tenebre avevano avvolto il mondo già da diverso tempo, mi limito solamente ad aprire le due porticine e mi allontano, dopo aver fatto qualche scatto (ovviamente).

    Nuclei appena approdati in apiario

    Lunedì 5 Maggio mi sveglio presto e mi dirigo, ancora elettrizzato per aver portato le mie prime due famiglie nell’apiario, a lavoro.

    Ebbene sì, non ho potuto (sebbene volessi) andare subito dalla api ed effettuare il trasloco, ma ho dovuto aspettare di rincasare la sera dall’ufficio.
    Fiondato come un matto in apiario, mi sono vestito ed ho acceso l’affumicatore consapevole che avevo il tempo giusto prima che il sole tramontasse.

    Armato di buona lena e consapevole che l’obbiettivo non era una visita accurata delle due famiglie, ho iniziato a spostare il nucleo dell’arnia arancio:
    l’ho appoggiato a terra lentamente, ho aperto interamente l’arnia facendo spazio per i 5 telaini che la famiglia già aveva costruito e utilizzava.
    Con estrema cura e cercando di mantenere le mani più ferme possibili ho inserito nell’arnia la famiglia cercando di recare meno danni possibili, ma questo trauma così imponente giunto sul far della sera ha fatto si che le api si agitassero e anche convulsamente.
    Dopo aver aggiunto due fogli cerei (quindi da costruire) tra le scorte e la covata, su suggerimento dell’apicoltore che me le ha fornite, ho richiuso l’arnia e mi sono allontanato di qualche metro facendo in modo che la quiete riprendesse possesso negli animi.

    La quiete dopo la tempesta...

    La quiete dopo la tempesta…

    Una volta ristabilito un minimo di ordine mi sono recato nuovamente vicino alle arnie, questa volta è stato il turno dell’arnia azzurra.
    Anche in questa famiglia le operazioni da compiere erano le medesime, purtroppo anche questo intervento ha causato diverso scompiglio anche se in maniera leggermente inferiore.

    Allontanatasi la minaccia (ovviamente, io) il tutto è tornato calmo e pacifico nel giro di una decina di minuti, tant’è che quando sono tornato a riprendere i contenitori di cartone le operaie era tutte rincasate, e le poche addette al turno di guardia sbirciavano dalla porticina senza dare troppo peso alla mia presenza.

    Giornata intensa, operazioni importanti portate a termine in breve tempo e soprattutto senza intoppi (speriamo).

    In conclusione e da quello che ho potuto osservare nel breve tempo che ho visitato la famiglia mentre spostavo i favi, ho due bei nuclei anche se quello azzurro un pochino più deboluccio rispetto allo straripante arancio.
    Questo fine settimana, tempo permettendo, effettuerò una visita come si deve per capire lo stato di entrambe le famiglie, fino ad allora:

    Buon lavoro‼ Sia alle api, che a voi e, non vedo perché no, anche a me.

    Bzzzz‼

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