Arnie razionali
Cosa si intende per arnie razionali?
Per arnie razionali si intende il ricovero che l’uomo fornisce alle api da lui allevate.
Da quando l’uomo ha iniziato l’allevamento delle api sono stati utilizzati i più svariati materiali per fornir loro un ricovero adeguato.
Esistono due categorie di arnie razionali o a favo mobile, ideate quasi contemporaneamente a metà del secolo scorso, in America dal reverendo Langstroth ed in Germania da Berlepsch.
Dal primo gruppo, dette americane, fanno parte tutte le arnie in cui i favi si estraggono dall’altro, del secondo gruppo, dette tedesche, fanno parte le arnie in cui i favi si estraggono dal retro, uno dopo l’altro.
Caratteristica comune di queste arnie è di possedere un fondo, un nido, uno o più melari, una soffitta ed infine un tetto.
Le arnie a favo mobile sfruttano una caratteristica biologica delle api che le induce a propolizzare (spargere la propoli, una sostanza resinosa) gli spazi attraverso i quali non riescono a passare, a costruire ponti di cera in quelli superiori ai 9 mm ed a lasciare intatti spazi compresi fra i 7 ed i 9 mm.
Nelle arnie razionali quindi si inducono le api a costruire i favi entro telaini di legno che, introdotti nell’arnia, lasciano uno spazio di circa 8 mm fra i bordi esterni e le pareti, stessa cosa avviene tra favo e favo.
Tutte le arnie di tipo americano derivano dall’originale modello Langstroth, successivamente modificato in più riprese. In Europa si è maggiormente diffuso un modello prima modificato da Dadant e successivamente da Blatt.
Da questo modello, detto Dadant-Blatt deriva il modello italo-Dadant-Blatt da cui discende l’arnia più diffusa in Italia, standardizzata al Congresso Nazionale di Brescia: l’Italica-Carlini.
Oggi ne esistono due versioni fondamentali, a fondo mobile ed a fondo fisso con portichetto, così detta “da nomadismo”. Entrambe le versioni esistono da 10 e da 12 telaini.
Costruire un’arnia
Oltre che comprare arnie già confezionate e pronte all’uso è possibile assemblare da soli o commissionare il lavoro ad un falegname procurandosi un progetto standard.
Descriverò di seguito le misure interne che occorre rigorosamente rispettare per avere delle arnie standard e soprattutto utilizzabili:

A) Schema costruttivo Italica-Carlini a 12 telaini “sedentaria” B) Schema costruttivo Italica-Carlini a 10 telaini “da nomadismo”
Il fondo è mantenuto sollevato dal piano di appoggio da due listelli, misura 580 x 500 x 20 mm; su tre lati (escluso l’anteriore) sono inchiodati tre regoli (15 x 25 mm) sui quali si appoggerà il nido che lascerà così un’apertura di 15 x 450 mm per il passaggio delle api. Questa viene poi regolata da un’apposita assicella o grata metallica.
Il nido è una cassa quadrangolare misurante all’interno 450 x 450 mm ed alta 308 mm. In alto, sugli spigoli interni di due pareti opposte, il nido presenta 2 scanalature si 18 x 15 mm per la sospensione dei telaini. Nel caso i telaini si facciano appoggiare su delle reggette metalliche provviste di distanziatori queste andranno sollevate di 5 mm e quindi le scanalature dovranno misurare 23 x 15 mm.
Il melario è una cassa delle dimensioni del nido (450 x 450 mm) ma alto la metà (154 mm) e pure provvisto delle scanalature per i telaini (18 x 15 mm).
La soffitta o coprifavo è costituita da tavole che unite misurano 500 x 500 mm per 15 mm di spessore e possono essere mantenute unite da 4 regoli posti sui bordi.
La soffitta può essere provvista di un foro di 40 mm per la somministrazione di nutrimento.
Il tetto può essere a doppio spiovente o piano; negli ultimi anni, per la sua praticità, per il minor costo e per la possibilità di sovrapporre le arnie durante il trasporto, si è andato affermando quello piano. Esso è costituito da una intelaiatura in legno (556 x 556 x 100 mm) chiusa da un foglio di masonite, il tutto ricoperto da una lamiera di ferro zincato o di alluminio opportunamente ripiegata.
Nella versione da nomadismo a 10 favi le misure restano invariate tranne che per la larghezza che invece di 450 mm si riduce in tutte le sue parti a 375mm. Il portichetto anteriore può essere chiuso durante il trasporto con una reticella sostenuta da un apposito telaio.
Materiali da costruzione
Il materiale da costruzione di gran lunga più utilizzato in apicoltura è il legno.
Per ragioni pratiche ed economiche, il legno di abete è quello che riscuote i maggiori consensi.
Le tavole debbono essere di prima scelta (senza nodi) e ben stagionate (per evitare spiacevoli deformazioni), dello spessore di 25 mm. Tale spessore però dopo la piallatura spesso si riduce a 22-23 mm.
Trattandosi di un prodotto naturale, esposto all’aria ed alle intemperie, il legno va soggetto a deterioramento, per questo è necessario proteggerlo.
Il metodo più antico di protezione del legno è quello della verniciatura. Un tempo venivano usate esclusivamente vernici ad olio (principalmente all’olio di lino cotto). Oggi il mercato ci mette a disposizione una gamma di prodotti molto vasta, tra cui:
Vernice all’olio di lino cotto, Carbolineum, Catrame, Vernici sintetiche, Cera minerale e Propoli.
Telaini
I telaini, identici nelle due versioni, sono formati da un listello superiore o portafavo ( 470 x 28,5 x 20 mm) provvisto alle estremità inferiori di due incastri di 26,5 x 10 mm, da due montanti laterali (290 x 28,5 x 9 mm) e da una traversa inferiore (417 x 22 x 10 mm) più stretta per non danneggiare le api e gli altri favi quando i telaini vengono estratti dalle arnie. Le dimensioni esterne risultano così di 470 x 300 mm.
Quelli del melario differiscono per essere più bassi, 146 mm contro i 300 mm di quelli da nido e i montanti laterali quindi misurano 136 x 28,5 x 9 mm.
Tutte le misure fin qui elencate possono essere variate senza inconvenienti a patto che vengano rigorosamente rispettate quelle interne dell’arnia e quelle esterne dei telaini.
Di questi due modelli base di arnia esistono innumerevoli varianti, fra cui le più importanti sono quelle provviste di grata forata sul fondo e di fascette laterali per il bloccaggio dei melari e della soffitta.
Arnie fai-da-te
In questo articolo descrivo come sia possibile creare delle arnie fai-da-te con strumenti non professionali.
Fonte: “Le Api – Biologia, allevamento, prodotti” di Alberto Contessi