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Gen 05 2023 Miele liquido o miele cristallizzato?
Tre falsi miti ricorrenti
«Quando il miele è cristallizzato significa che è vecchio».
«Il miele liquido è più buono di quello cristallizzato».
«Il miele cristallizzato è tutto zucchero».Tre frasi che sento dire spesso, ma in realtà nulla è più lontano dal vero. Cerchiamo di fare un pò di chiarezza.
Quand’è che il miele cristallizza?
La cristallizzazione è un processo del tutto naturale, che rende il miele più duro corposo e in cui, sia alla vista che al palato, i cristalli possono presentarsi più o meno grandi. La cristallizzazione non indica in alcun modo bassa qualità o deterioramento del miele! Il fenomeno della cristallizzazione è semplicemente determinato dalla composizione degli zuccheri, fattore che dipende dal tipo di nettare prelevato dall’ape sul fiore.
Ecco come accade
Gli zuccheri che troviamo nel miele sono principalmente glucosio e fruttosio. La presenza in percentuale di questi due zuccheri varia in base al tipo di miele e quindi in base al nettare da cui esso proviene. Il glucosio è molto meno solubile in acqua rispetto al fruttosio e per questo motivo, maggiore è la presenza del glucosio in un determinato miele, maggiore sarà la tendenza di quel miele a cristallizzare.
Al contrario, i mieli che contengono più fruttosio, cristallizzano molto più lentamente, dal momento che questo tipo di zucchero è più solubile. I principali mieli con questa caratteristica, ossia una maggior presenza di fruttosio e la conseguente tendenza a rimanere naturalmente liquidi a lungo, sono quello di acacia, di castagno e la melata.
Tutti gli altri tipi di miele invece, tenderanno spontaneamente ad avviare il processo di cristallizzazione al primo cambio delle temperature o in base alle modalità di conservazione (luogo asciutto, umido, freddo, caldo, ecc.). Questo significa che vasetti dello stesso lotto di miele, conservati a temperature differenti, presenteranno una cristallizzazione differente. Ovviamente la cristallizzazione non è un processo immediato che si verifica in un solo giorno, può essere più o meno graduale a seconda dei fattori visti in precedenza. E’ quindi assolutamente normale trovare del millefiori fresco appena confezionato, ancora completamente liquido e ritrovare lo stesso miele denso qualche mese dopo.
Per fare un esempio pratico, un miele millefiori raccolto a luglio 2020, confezionato ad agosto 2020 e conservato a temperatura ambiente, può in maniera del tutto naturale essersi interamente cristallizzato a dicembre dello stesso anno.In conclusione, la cristallizzazione è un fenomeno spontaneo che non altera in alcun modo le proprietà e la qualità del miele.
Ma se questo è vero, perchè esiste la credenza diffusa che un miele liquido sia qualitativamente migliore? Scopriamolo insieme.
La grande distribuzione e
l’industria del miele“Preferisce il miele liquido oppure il miele cristallizzato?”.
Quando facciamo questa domanda la maggior parte delle persone risponde “liquido”. Anni fa, io avrei risposto la stessa cosa, senza neanche sapere bene il motivo. Forse perchè in dispensa c’è sempre stato quello. Effettivamente, quante volte capita di vedere al supermercato dei vasetti di miele cristallizzato?Sebbene talvolta questa possa essere solo una preferenza, un gusto personale, spesso nasconde una disinformazione, ossia la convinzione che solamente il miele liquido sia buono e di qualità.
Questo è indubbiamente un pensiero indotto dalla grande distribuzione e quindi da alcuni grandi produttori, che negli ultimi 50 anni hanno offerto esclusivamente un tipo di miele perennemente liquido.
Abbiamo visto che in base alle percentuali di glucosio e fruttosio ed in base alla temperatura di conservazione, il miele cristallizza assumendo un aspetto meno apprezzato dal consumatore finale. Inoltre un miele denso è sicuramente meno attrattivo di uno liquido che invece è più semplice da spalmare e da prelevare dal vasetto. Per assecondare la domanda di un prodotto più invitante per il consumatore, i supermercati hanno riempito i loro scaffali di miele appartenente a svariate fonti nettarifere, sempre liquido indipendentemente dalla data di raccolta.
Lo stesso principio può essere applicato all’industria dolciaria, nella quale l’utilizzo del miele è molto frequente e che richiede un miele liquido per una maggior facilità di lavorazione.Ma se abbiamo detto che il miele cristallizza autonomamente, com’è possibile tutto questo? È possibile tramite uno dei più famosi processi industriali: la pastorizzazione.
Cos’è la pastorizzazione e quali sono i suoi effetti sul miele
Pastorizzare il miele significa sottoporlo a un trattamento termico, tenendolo ad alte temperature per diversi minuti, circa 75/78° C.
Questo processo consente al produttore di ridurre il miele a uno stato liquido permanente, evitando il processo di cristallizzazione che come abbiamo visto, rappresenta un ostacolo in termini pratici sia per il consumatore, sia per l’industria dolciaria. Un miele più duro è infatti più difficile da spalmare, da prelevare o da sciogliere.
La comodità ha tuttavia un prezzo, che analizzeremo sotto.
Alcuni dei grandi produttori si avvalgono di questo metodo proprio per assecondare la domanda di mercato.Ad onor del vero, va detto che la pastorizzazione non solo consente di mettere sul mercato mieli che resteranno sempre liquidi, accontentando il consumatore e la distribuzione dolciaria, ma consente anche di rendere omogenei mieli di diversa provenienza(paesi europei, extraeuropei, ecc.) o nascondere la presenza di componenti addizionali. In questo caso possiamo definire componenti addizionali tutti gli elementi che possono essere aggiunti al miele con il fine di allungarlo, come ad esempio uno sciroppo. Tra i più comuni quello di mais, molto simile al miele per sapore e consistenza.
Ma qual è il risultato della pastorizzazione sul miele?
Se per alcuni alimenti la pastorizzazione è utile a contrastare la proliferazione dei batteri, nel miele, naturalmente antibatterico, rappresenta la sola distruzione delle caratteristiche dell’alimento, sia dal punto di vista organolettico, sia dal punto di vista nutrizionale.
Il miele è un prodotto naturale, utilizzato anche come conservante e non necessita di modifiche tra le api e il consumatore. L’unico intervento indicato per il produttore è il filtraggio a freddo, che consente l’eliminazione delle impurità o di piccoli frammenti di cera d’api e che non trasforma in alcun modo il prodotto.
Sopra i 40 °C infatti, il miele perde gran parte delle sue proprietà benefiche e dei suoi nutrienti, come vitamine, enzimi e amminoacidi e modifica completamente le sue caratteristiche gustative e olfattive, perdendo tutte le note aromatiche, floreali, acidule di questo alimento straordinario prodotto interamente dalle api.Il risultato della pastorizzazione è un prodotto privo delle sue proprietà originali, molto lontano dall’alimento naturale prodotto dalle api.
Come riconoscere un miele autentico e non pastorizzato?
Secondo la normativa italiana riguardante il miele, non è obbligatorio per il produttore riportare in etichetta l’avvenuta pastorizzazione e per questo motivo non viene riportata sulle confezioni.
Se si acquista il miele nella stagione invernale che non sia acacia, castagno oppure melata, riconoscere un miele non pastorizzato, ossia non sottoposto a trattamento termico e che possiamo definire crudo, non è difficile dal momento che dovrebbe presentarsi parzialmente o completamente cristallizzato.
Tuttavia capirlo non è sempre facile. Se desiderate quindi un miele non trasformato e ricco di tutte le sue proprietà, nel dubbio chiedete sempre informazioni al produttore.
Per concludere, possiamo ribaltare i falsi miti con cui abbiamo iniziato, affermando che la cristallizzazione è a tutti gli effetti un pregio del miele e non un suo difetto, poiché rappresenta la certezza che un determinato miele sia autentico e non pastorizzato.
Ho capito, ma preferisco comunque un miele liquido, come posso fare?
Se quando si acquista il miele dal proprio apicoltore di fiducia questo si presenta ancora liquido e si desidera mantenerlo tale il più a lungo possibile, è possibile conservarlo in un contenitore ermetico all’interno del congelatore (non in frigorifero!). Le basse temperature del congelamento infatti, oltre a non alterare le proprietà dell’alimento, consentono di rallentare notevolmente la cristallizzazione.
Al contrario, le temperature meno fredde del frigorifero avrebbero l’effetto opposto, andando a velocizzare la formazione dei cristalli.
È importante inoltre che il contenitore sia ermetico, ben chiuso, dal momento che l’ingresso di umidità potrebbe portare ad un processo di fermentazione e dal momento che il miele, se non conservato correttamente, ha la caratteristica di assorbire gli odori circostanti.Nel caso in cui si acquisti invece un miele già cristallizzato e si desideri renderlo più morbido prima dell’utilizzo, è possibile scaldarlo leggermente a bagno maria, facendo attenzione a non superare i 40 °C circa, per non perdere come abbiamo visto sopra importanti proprietà nutrizionali ed effetti benefici.
Il miele può anche essere scaldato in microonde utilizzando la potenza minima e per poco tempo, solitamente tra i 15 e i 35 secondi, in base alla quantità del miele.Il nostro punto di vista
Noi vogliamo valorizzare le potenzialità del nostro territorio, di cui amiamo fioriture e profumi, per raccogliere un miele autentico, un miele che all’assaggio produca emozioni.
Il nostro miele è 100% naturale! Garantiamo l’assenza di zuccheri aggiunti, additivi, conservanti e pastorizzazione.
Il nostro miele è semplicemente raccolto e filtrato a freddo.
Per questo motivo, ai primi freddi, gran parte del miele Coconta inizia a cristallizzare. -
Ott 07 2022 FIERA DEL TARTUFO – SANT’AGATA FELTRIA – 9 E 16 OTTOBRE 2022
Vieni a trovarci allo stand e scopri qualcosa in più sulle api e l’apicoltura naturale!
In collaborazione con gli artigiani di “Legni per api”, ti forniremo tutte le informazioni sulle migliori attrezzature apistiche.Potrai fare un viaggio tra i sapori locali e tanti prodotti di qualità.
I dettagli dell’evento
La Fiera propone la valorizzazione di prodotti tipici, selezionando le eccellenze, primo fra tutti il tartufo bianco pregiato. Direttamente dal nostro territorio, dal suo habitat naturale, i boschi, il prezioso tubero si trasforma in cucina per realizzare piatti di alto valore gastronomico, che sprigionano inebrianti aromi ben lontani dalla globalizzazione che spesso ci travolge, per salvaguardare l’integrità del nostro ambiente.Ed è proprio per tutelare e proteggerne la cultura, la tradizione e la storia, che la cerca e la cavatura del tartufo, sono state riconosciute, su richiesta delle “città del tartufo”, quale patrimonio immateriale dell’umanità. Nel Dicembre del 2021 L’Unesco ha concesso questo prestigioso riconoscimento, prendendo in esame il tema della biodiversità quale fattore chiave per identificare un elemento che ai tratti storici ed antropologici, unisce la dimensione della interazione tra uomo e natura.
Nelle domeniche di ottobre S. Agata si trasforma in un luogo dove immergersi in un’atmosfera suggestiva e profumata, passeggiare nelle vie e nelle piazze ad ammirare le numerose tipicità presenti nella manifestazione. Il giro di vino che porta in scena aziende vitivinicole rappresentative ,la gara dei cani da tartufo, per conoscere dal vivo l’entusiasmante momento della ricerca del prezioso tubero in compagnia del cane fedele.
La visita al paese è anche l’occasione per ammirare gli antichi monumenti di alto valore architettonico: il Teatro Angelo Mariani, Rocca Fregoso, il Convento di San Girolamo, le fontane d’arte.
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Nov 26 2021 -
Ott 16 2020 Fiera di San Crispino – San Mauro Pascoli – 24 e 25 Ottobre 2020
Il 24 e 25 ottobre ci troverete alla Fiera di San Crispino a San Mauro Pascoli, in pieno centro!
Per voi, dalle 8.30 alle 24.00, tante bancarelle, eventi culturali e intrattenimento, nel rispetto delle norme anti-covid.
Tra le numerose iniziative proposte, un’importante mostra sul mondo della calzatura a cura dell’Accademia Pascoliana.Venite a trovarci allo stand per assaggiare i nostri mieli!! Vi aspettiamo!
Ricordate di portare la mascherina🤿 e tanta voglia di divertirvi!💃-= Aggiornamento 18/10/2020 =-
Come tutti sapete, con il DPCM appena emanato vengono vietate sagre, feste di paese e fiere locali.
Per questo motivo, con grande dispiacere comunichiamo l’annullamento della Fiera di San Crispino 2020😢.
Ringraziamo gli organizzatori dell’evento per la piena collaborazione e tutti voi per il grande entusiasmo dimostrato🤗.
Vista la situazione epidemiologica, dobbiamo naturalmente tutelare la salute della nostra comunità.
Speriamo di vederci prestissimo in un’altra occasione, dove finalmente potremo festeggiare tutti insieme.📣 Cogliamo questa occasione per ricordarvi che noi non ci fermiamo!!
A brevissimo potrete acquistare i nostri mieli direttamente sul nostro sito!🐝🐝🐝
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Mag 05 2020 -
Dic 16 2017 Mercatino di Natale – Longiano dei presepi – 17 dicembre 2017
Mercatino di Natale – Longiano dei presepi – 17 dicembre 2017
Per ribadire la bellissima esperienza avuta durante Le vie del Natale 2017 – Stradone Coconta ritorna in piazza, questa volta a Longiano durante il Mercatino di Natale – Longiano dei presepi.
Saremo presenti con candele in pura cera d’api, le cui confezioni sono state realizzate interamente con materiale di recupero. Il tutto, ovviamente, fatto rigorosamente a mano.
Durante tutta la durata del mercatino sarà presente anche la Casetta di Babbo Natale per tutti quei bambini che decidessero di voler far recapitare la propria letterina in Lapponia:
Vi lascio l’indirizzo al quale sarà presente la manifestazione:
Via IV Novembre, 47020, Longiano (FC)
44°04’28.2″N 12°19’37.1″E
Vi aspettiamo numerosi!
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Dic 02 2017 Le vie del Natale 2017 Stradone
Le vie del natale 2017 Stradone
Con grande euforia ed entusiasmo, Coconta vi annuncia la propria presenza a “Le vie del Natale 2017 Stradone”.
Saremo presenti con candele in pura cera d’api, le cui confezioni sono state realizzate interamente con materiale di recupero. Il tutto, ovviamente, fatto rigorosamente a mano.
Inoltre faremo assaggi gratuiti dei nostri mieli a chiunque voglia assaggiarli.Tale festival si protrae per 3 giorni: 8-9-10 Dicembre, ma le bancarelle saranno presenti solamente dalle 14:00 del 9 fino alla sera di Domenica 10.
In calce (sotto la mappa) vi lascio anche la locandina completa così potrete vedere il programma di ogni serata.
Inoltre ecco l’indirizzo al quale si svolgerà la festa e dove potrete trovare le varie bancarelle:
Via B.Buozzi, 47030, Lo Stradone (Borghi) FC
44°01’55.1″N 12°23’13.8″E
Vi aspettiamo numerosi!
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Mar 29 2017 Le cose sono unite da legami invisibili. Non puoi cogliere un fiore senza turbare una stella.
Ciao a tutti,
ansiosi di vedere quale sia la sorpresa che vi avevo promesso?? Beh dovrete attendere un altro pochino poiché purtroppo non è ancora pronta nel compenso, però, è finalmente iniziata la stagione apistica 2017.
Le api sono in gran fermento da fine febbraio per raccogliere polline (la loro fonte primaria di proteine) da portare alla covata che piano piano aumenta con l’avvicinarsi inesorabile delle grandi fioriture.Una delle prime piante a fiorire, oltre a quelle da frutto, è il bianco spino il cui nettare e polline è davvero molto apprezzato dalle api.
Questo video l’ho girato la seconda settimana di Marzo:Le famiglie si stanno sviluppando bene, purtroppo non ho foto delle arnie poiché le temperature non permettevano di tenerle aperte molto durante le visite.
In compenso ho dedicato un pochino del mio tempo per invadere la privacy delle nostre amiche (e non solo) mentre si adoperavano per racimolare un pochino di cibo.È stato abbastanza divertente scovare tra i fiori e l’erba che si sta sviluppando in questa stagione altre specie di insetti impollinatori come questa mosca:
È stato un immenso piacere trovare sui fiori di Tarassaco un’altra specie di ape, di cui non conosco il nome, ma ancora più sbalorditivo era il carico di polline che portava nelle proprie zampe (molto di più rispetto a quello che le nostre apette portano di solito:
Mentre camminavo per il prato ancora bagnato dalla rugiada, ho notato del colore rosso spiccare in mezzo al verde smeraldo dell’erba.
Si trattava di una coccinella che si stava riposando dopo la nottata appena trascorsa, l’ho immortalata subito perché troppo bella:Prima di lasciarvi vi mostro l’ultima foto che ho scattato prima di andare via dall’apiario:
Il prossimo post spero di farvi vedere lo stato anche all’interno delle mie famiglie, tempo permettendo.
Non mi resta che salutarvi e augurarmi di riuscire a postare nuovamente molto presto.Ciao a tutti, bzzz!!
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Feb 27 2017 La morte con tutta probabilità è la più grande invenzione della vita. Spazza via il vecchio per far spazio al nuovo.
Ciao a tutti,
lo scorso anno ho abbandonato il blog durante l’estate poiché purtroppo gli impegni della vita hanno avuto la meglio (ho cambiato casa ed i lavori di ristrutturazione mi hanno rapito).
Non ho, però, abbandonato la mia avventura con le api, tanto è che le ho preparate come meglio ritenevo all’inverno e sotto la mia stretta vigilanza, hanno affrontato i gelidi e bui mesi invernali.
Prima di raccontarvi che cosa è avvenuto alle mie api, e per farmi perdonare dalla lunga assenza di nuovi post, vi annuncio che entro la fine di marzo vi sarà una sorpresa che sto preparando da qualche mese. Non mi sbottono ulteriormente poiché non voglio farvi intuire di che cosa si tratta.
Dopo questa piccola prefazione vorrei illustrarvi velocemente i motivi per i quali l’inverno è la stagione più avversa per le nostre comuni amiche, le api:
Come potete facilmente intuire lo scoglio più grande, ma purtroppo non l’unico, è la quasi totale assenza di cibo, poichè le fioriture in quel periodo sono davvero scarse (in natura). Un altro problema che si concatena la primo è che le temperature sono abbastanza più basse in questo periodo e in alcuni territori, tra i quali anche dove mi trovo io, le temperature scendono ben sotto i 10 gradi, temperatura limite per il volo delle api.
Fortunatamente questi fattori avversi sono presenti da centinaia di migliaia di anni e le api si sono evolute per combatterli, trasformandole nelle macchina da raccolta e stoccaggio che ai giorni nostri possiamo osservare.
Altri fattori esterni, aumentatie negli ultimi anni, possono essere la causa scatenante della morte di un nucleo durante l’inverno: funghi, muffe, batteri e virus possono proliferare all’interno delle arnie durate tale periodo poichè all’interno delle casette si crea un ambiente caldo (le api chiuse in glomere mantengono una temperatura costantemente attorno ai 35 °C) umido (dovuto alla creazione di condensa per lo sbalzo termico).
Insomma, uscire dall’inverno per una famiglia, significa essere riuscita a divincolarsi tra mille pericoli e le probabilità aumentano se l’apicoltore prepara al meglio ogni nucleo a questo periodo avverso.
Ritorniamo al vero motivo per il quale seguite questo blog, ovvero allo stato delle mie famiglie. Va premesso che per tutte ho effettuato gli stessi trattamenti e le ho trattate tutto allo stesso modo (forse peccando proprio in questo).
Ma vediamone la storia una ad una, pochè di singole verità si tratta:13A01 – Arnia blu
Ci eravamo lasciati con questa arnia nel suo pieno splendore, la famiglia occupava 8 telai, la regina era a posto e le scorte ben presenti.
Bene, i problemi per questa famiglia sono sorti poco dopo perchè durante la prima visita di luglio ho notato qualche cosa che non tornava, la covata presente era pochissima e quasi tutta opercolata (non fresca). Ho pensato che si trattasse di un cambio regina e non ho indagato oltre. La settimana successiva mi sono trovato a vedere due regione all’interno dell’arnia (🤔), ma non sapendo bene comportarmi e vedendo che la covata fresca era tornata, ho lasciato tutto come era e alla fine di luglio la famiglia si trovava su 9 telaini.
In agosto il trattamento tampone con ossalico gocciolato e tutto procede bene fino alla visita della prima settimana di ottobre, nella quale risconto un notevole calo di popolazione e un’odore intenso provenire dall’arnia.
Effettuando la prova consueta accerto che si tratta di peste americana (una malattia super contagiosa e a cui non vi è rimedio certo) cosi non mi rimane altro che sigillare il tutto per impedire qualsiasi contagio e nel giro di qualche giorno dare tutto alle fiamme (arnia compresa) poichè le spore di tale malattia sono estremamente resistenti.
13A02 – Arnia arancio
Ci eravamo lasciati che questa arnia un pochino zoppicava, poichè la regina non riusciva ad espandere la famiglia lasciando il nucleo in stallo.
Anche in questo caso ho lasciato alla natura fare il suo corso e con immensa sorpresa l’arnia si è rimessa in carreggiata nel giro di un paio di settimane.
Tutt’ora la famiglia sembra sana e sta procedendo bene verso la fine dell’inverno.
Lezione importante: la speranza è l’ultima a morire!
13A03 – Arnia verde
Questa arnia mi ha dato un sacco di soddisfazioni l’anno scorso, raccogliendo due melari di miele. Un imprevisto che ha aggiunto del brio ulteriore alla mia precedente stagione.
Il dispiacere è stato tanto qusando a dicembre mi sono accorto che la famiglia era collassata e le altre stavano saccheggiando il miele rimasto nei telaini oramai non più presidiati.
Una piccola perdita da una parte, ma un grande dispiacere dall’altro.
Altre arnie
Tutte le altre arnie sembrano in buona salute e hanno iniziato ad importare il prezioso polline fresco che useranno per alimentare la covata fresca che la regina piano piano provvederà a deporre.
Speriamo bene.
Un’altra nota va fatta per le arnie che ho faticosamente costruito: ho notato che quelle composte da due pannelli che formano un’unico lato, si scollano e si muovono se esposte agli agenti atmosferici.
Non mi rimane che fare tesoro di queste problematiche ed ideare degli stratagemmi per evitare che accadano anche alle prossime.
Quel che è certo è che mi devo evolvere insieme alle mie api piano piano che mi insegnano qualche cosa e di fornire loro una casa più decente il prima possibile.Ci sentiamo presto, promesso.
Ciano, bzzz!!
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Giu 20 2016 Se desideri conoscere il divino, senti il vento sul viso e il sole caldo sulla tua mano.
Ciao a tutti,
nonostante non scriva da più di un mese in questo blog (purtroppo gli impegni continuano ad aumentare invece che a diminuire) questo non significa che la mi avventura con le api si sia fermata, ANZI‼
Ci eravamo lasciati con la cattura di uno sciame partito dall’arnia arancio ed introdotto nell’arnia verde, bé la stagione è entrata nel vivo tanto è che l’acacia (o robinia), una delle fioriture più importanti per gli apicoltori Italiani, ha fiorito ed ha permesso alle famiglie più forti di andare a melario e depositare un pochino di miele per l’apicoltore, ma procediamo per gradi poiché ci sono stati diversi cambiamenti:
Siccome il numero di famiglie nel mio apiario è aumentato ed ho deciso di utilizzare sempre gli stessi tre colori per le arnie, sono stato costretto ad identificarle con un codice, così le arnie presenti sono diventate:
- 13A01 –> Arnia blu
- 13A02 –> Arnia arancio (da cui è partito lo sciame)
- 13A03 –> Arnia verde (dove è ospitato lo sciame)
- 16A01 –> Arnia arancio (dove ho spostato il nucleo)
- 16A02 –> Arnia blu (creata dalla divisione della 13A01)
- 16A03 –> Arnia verde (creata dalla seconda divisione della 13A01)
- 16A04 –> Arnia arancio (creata dalla prima divisione della 13A02)
Vediamo lo stato di ogni arnia, da dove eravamo rimasti fino alla visita avvenuta in data 18/06 per verifica dello stato generale.
13A01 – Arnia blu
Questa famiglia, se vi ricordate, era molto ben popolata ad inizio aprile, aveva costruito celle reali che opportunamente ho rotto (in gergo scellare) diverse volte per evitarne la sciamatura. A metà Aprile, precisamente il 15/04, ho deciso di dividerla in due comprando una regina feconda da inserire nelle metà della famiglia che sarebbe rimasta orfana, così da creare una nuova famiglia.
In questo modo è nata la famiglia che è stata riposta nell’arnia 16A02 azzurra di cui parleremo in seguito.
Da quel momento ho alimentato la famiglia con 1 litro di sciroppo (1:1 di acqua e zucchero) ogni 3 giorni per stimolare la deposizione della regina e riuscire, nell’arco di 40 giorni, ad avere nuovamente la famiglia su 10 telai per procedere ad un’ulteriore divisione.
Senza alcun intoppo, la regina ha seguito quanto mi aspettavo che facesse e così, con una settimana di anticipo, ho deciso di dividerla nuovamente il 13/05, creando così la famiglia 16A03.
Anche questa volta le nuove famiglie orfane hanno ricevuto una regina nuova, feconda, mentre le vecchie famiglie hanno mantenuto la vecchia regina.
A questo punto, essendo arrivati oramai a Maggio inoltrato, ho deciso di non alimentare le famiglie, così da lasciare alle regine il ritmo di deposizione, ma sopratutto ne ho approfittato per eseguire un intero ciclo di acido ossalico gocciolato (un rimedio non molto fastidioso per le api) per ridurre il carico di Varroa Destructor (un acaro che affligge le nostre api in maniera endemica) molto alto.
Tale ciclo di ossalico ( 4 somministrazioni, a una distanza di 7 giorni) si è concluso con la visita odierna del 18/06 e posso confermare che la varroa non sembra essere presente nella arnie trattate.
Lo stato attuale della famiglia è molto promettente poiché presidia 8 telai, di cui 4 sono di covata, 2 sono fogli cerei in costruzione e gli altri 2 di scorte che hanno raccolto durante i vari periodi di fioritura.
13A02 – Arnia arancio
Questa famiglia aveva deciso di sciamare alla fine di Marzo, sciame che, fortunatamente, sono riuscito a recuperare formando così un’altra famiglia. Ci eravamo lasciati che tale arnia aveva due celle reali opercolate, ovviamente ho evitato di visitare tale arnia per un mesetto per non rischiare che la famiglia sopprimesse la nuova regina pur di proteggerla.
Ho comunque continuato a vegliare sul volo che veniva effettuato dalla parte frontale dell’arnia e anche dal vassoio antivarroa, tramite il quale ho realizzato che la famiglia potesse contenere sia camule (i vermi della cera) che molta varroa.
Aspettandomi il peggio ho aperto la famiglia scaduti i termini ed invece sono stato piacevolmente sorpreso nell’osservare che la regina era presente, tanto è che l’ho marcata bianca (2016), e che l’intera famiglia godeva di buona salute presidiando 10 telaini di cui 8 di covata.
Avendo paura che sciamasse nuovamente, ho messo il melario, nel quale non sono salite per depositare neppure una goccia di miele e il 13/05 ho proceduto alla prima divisione di questa famiglia andando a formare la famiglia 13A04.
Ovviamente quando si divide una famiglia è opportuno, per non perdere tutte le bottinatrici nel nuovo nucleo, spostare la famiglia appena creata a più di 3 km dal proprio apiario, così ogni volta le porto in collina a godersi un po di panorama.
Le sorprese che questa arnia mi ha portato durante la stagione corrente non sono terminate qua, infatti durante l’ultima visita di maggio mi sono reso conto che l’arnia presentava una spiccata presenza di api affette dalla sindrome delle ali a K.
Attualmente la famiglia si trova su 6 telaini, di cui 3 di scorte e 3 di covata. Ad essere sinceri questa situazione si sta perpetuando da 2 settimane, se alla prossima visita non dovesse migliorare la situazione è consigliabile considerare anche una sostituzione di regina.
13A03 – Arnia verde
L’obbiettivo, come ho ripetuto più volte, per la stagione 2016 è quello di arrivare ad avere un patrimonio apistico di circa 10 arnie alla fine della stagione, così da affrontare il prossimo anno con una marcia in più.
Questa arnia rappresenta il piacevole inconveniente che non era stato preso in considerazione durante la pianificazione dei lavori.Come abbiamo detto è nata dal recupero dello sciame generato dalla 13A02, quindi contenente la vecchia regina presente in quella famiglia.
Nel giro di pochissimo tempo la famiglia ha costruito i fogli cerei che le avevo (cosa tipica degli sciami) e piano piano si è sviluppata senza l’ausilio di alimentazione di supporto. Tanto è che il 30/04, qualche giorno dopo la fioritura dell’acacia, sono riuscito a mettere loro il melario per la raccolta.
Purtroppo quest’anno il clima non è stato dei migliori e i continui scrosci d’acqua non hanno permesso una buona raccolta di tale miele, tant’è che, terminata la fioritura, il melario era pieno a metà e non per nulla opercolato dalle api (segno che la preziosa sostanza zuccherina ha raggiunto la giusta percentuale di umidità).
Scegliendo di fare un buon millefiori invece che poca acacia, ho lasciato il melario alla famiglia, pensando che continuasse ad importare il miele giorno dopo giorno, ma invece a circa due settimane di distanza ho aperto il melario ed ho scoperto che non era affatto presidiato.
Allarmato da questo comportamento ho proceduto ad una visita il 22/05 e, trovando celle reali le ho levate, non facendo caso che non era presente covata fresca (errore da principiante quale sono).
Così la visita successiva, il 28/05, non trovando covata fresca ho inserito un telaio di covata freschissima (di 1 o due giorni) nella speranza che si facessero una nuova regina.
Effettuando qualche settimana dopo una visita per verificare che la famiglia avesse abbozzato una cella reale, mi sono dovuto ricredere quando ho trovato covata (femminile) opercolata e nessuna cella, probabilmente la famiglia ha proceduto con una sostituzione di regina e io ho mancato di levare una cella reale, fortunatamente.
Così in data 11/06 ho piacevolmente costatato che il melario era di nuovo presidiato e la quantità di miele importata stava aumentato sensibilmente e, nella visita odierna non ho fatto altro che aggiungere un secondo melario poiché il primo oramai straripa di miele.
16A01 – Arnia arancio
Vi ricordate il piccolo e gracile nucleo creato da un mix di qualche telaino preso dalla 13A01 e 13A02 ad inizio stagione? Beh, si è irrobustito ed ora non ha nulla da invidiare alle altre famiglie, tanto è che attualmente si trova su 9 telai (quello più a sinistra non è presidiato) di cui 6 sono di covata e ora devo decidere se la prossima settimana lo voglio dividere o gli metto il melario per mandarlo in produzione questi due ultimi mesi.
Non è una decisione facile da prendere, m probabilmente opterò per la divisione per avere più probabilità di superare l’inverno con un bel numero di famiglie.E’ sbalorditivo vedere come le api e la natura stessa possano fare grandi cose anche dal niente. Questa famiglia è quella che sento più mia in quanto l’ho creata, la regina non l’ho comprata e ora è pronta, al suo massimo splendore. Proprio un bel successo.
16A02 – Arnia blu
Questa arnia è stata la mia prima volta in molte cose, era la prima volta che dividevo una famiglia in due, è stata la prima volta che ho dovuto inserire una regina presa da un altro apicoltore, la prima volta ad avere la famiglia che non accetta la regina e per questo la uccide.
Insomma, ho molte emozioni legate anche a questa arnia e mi dispiacerebbe molto vederla non superare l’inverno.Tornando a noi, lasciando le sviolinate a qualcun altro, dopo aver creato questa famiglia ed averla prima portata nel secondo apiario per poi averla riportata nell’apiario principale, ha sempre continuato a svilupparsi.
Ora come ora conta la bellezza di 6 telai di cui 3 di covata, 2 di scorte e un foglio cereo in costruzione.
16A03 – Arnia verde
Famiglia prodotta dall’ultima divisione si sta sviluppando bene, ha accettato senza problemi la regina che le ho inserito e ha un carattere particolarmente mansueto, più delle altre che non è che siano chissà quanto aggressive.
La famiglia ora conta 7 telai presidiati di cui 4 covata, 2 scorte e 1 foglio cereo in costruzione.
Anche la struttura dell’arnia stessa, nella quale è contenuta la famiglia, ha retto bene essendo venuta un pochino sbilenca quando l’ho costruita. E’ ancora presto per sapere se ho fatto un bel lavoro con quelle arnie, solo dopo almeno un inverno saprò se le api vivono bene all’interno di tale abitazione.
16A04 – Arnia arancio
Famiglia, anch’essa, prodotta dall’ultima divisione e si sta sviluppando bene. Anche questa ha accettato la regina introdotta senza fare troppe storie. Non resta che vedere se continuerà sulla buona strada oppure no.
Come vi avevo anticipato all’inizio di questo post, la stagione sta avanzando anche se a causa del maltempo non pochi apicoltori hanno avuto problemi di produzione, molto inferiore rispetto agli anni passati.
Io, avendo concentrato tutta la mia stagione apistica sul crearmi delle belle fondamenta: con delle famiglie forti ed aumentando il numero di famiglie, non ho subito questo particolare smacco.
Chissà, magari il prossimo anno sarà migliore, o forse peggiore. Nessuno può, fortunatamente saperlo, quello che invece posso affermare per certo e di cui ne sono stra sicuro è che finché ci saranno fiori da cui prelevare le sostanze per cibarsi le api continueranno a volare. Spetta a noi essere umani, specie dominante sulla terra, a fare in modo che il loro cibo non termini per dei nostri capricci.
Non mi rimane che salutarvi, augurandomi di riuscire a trovare il tempo molto presto per scrivere nuovamente in questo blog.
Ciao a tutti, bzzz‼